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Il caso di Emanuela Orlandi non troverà mai una soluzione. La Corte di Cassazione ha stabilito che non ci sarà la riapertura dell’inchiesta sulla scomparsa della cittadina vaticana all’età di 15 anni il 22 giugno del 1983. La famiglia Orlandi attraverso l’avvocato Pietro Sarrocco aveva richiesto un supplemento di indagine, ma la sesta sezione penale della Cassazione ha deciso per l’archiviazione del caso.
Per la scomparsa della ragazza erano finite sotto inchiesta diverse persone legate a Enrico De Pedis, elemento di spicco della Banda della Magliana ucciso nel 1990. Sei gli indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare, Sergio Virtù, autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani, detto “Ciletto”, Gianfranco Cerboni, (“Giggetto”), Sabrina Minardi, già supertestimone dell’inchiesta, e il fotografo Marco Accetti, ma su cui per i giudici non sono state raccolte prove sufficienti.
“Nessun potere, per quanto forte sia, potrà fermare la verità, anche se rimarrà una sola persona a difenderla e a pretenderla”. Così Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, commenta il no arrivato dalla Cassazione alla riapertura dell’inchiesta sulla scomparsa della giovane avvenuta nel 1983.
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