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Donald Trump e il taco, il miliardario fa infuriare l’America: perché ha cambiato strategia

Ora che corre per la Casa Bianca, Donald Trump deve cambiare strategia e ampliare la platea dei sostenitori, aprendosi agli ispanici. Per questo, in occasione del Cinco de Mayo, festa dell’orgoglio messicano, ha postato sui profili Facebook e Twitter una sua foto mentre mangia un taco bowls (una sorta di ciotola di taco) nel suo ufficio a New York, riuscendo a far infuriare tutta la comunità ispanica. “Buon Cinco de Mayo. Il miglior taco bowls è quello del Trump Tower Grill. Amo gli ispanici”, recita il post. Tanto è bastato perché da ogni parte del paese si sollevasse la protesta della comunità che, nel migliore dei casi, lo ha accusato di essere ipocrita. “Quel post mostra quanto sia incompetente, è offensivo ed è fatto solo per farsi pubblicità”, ha dichiarato Janet Murguia, presidente del consiglio nazione de La Raza, la più grande organizzazione per i diritti civili degli ispanici.

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Dopo aver definito i messicani degli “stupratori”, aver addossato su di loro ogni colpa, proposto la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico e messo in programma la deportazione forzata degli immigrati messicani non regolari, il miliardario ha pensato di seppellire l’ascia di guerra con un post che sembra uno slogan pubblicitario da televendita.

Il Cinco de Mayo è forse la festa più importante per gli ispanici che vivono negli USA. Si celebra l’orgoglio messicano e la lotta per la libertà e la democrazia in occasione della vittoria contro le truppe francesi nella battaglia di Puebla (avvenuta il 5 maggio 1862). Per Trump tutto si riduce a mangiare finto cibo messicano e far pubblicità al proprio impero: la mossa è stata eccessiva, anche per lui.

Non può diventare presidente la ciotola di taco al posto di Trump?”; “Dopo aver detto che odia i messicani ora mangia cibo che non è neppure messicano: il denaro non può comprare l’intelligenza”; “È come dire: Buon mese della Storia afroamericana. Il miglior pollo fritto è quello del Trump Tower Grill. Amo i neri”. “Ho appena chiamato il Trump Grill, dicono che non servono il taco bowls. Non è neppure su menu online”; “Non è un piatto messicano: qualcuno gli dia un vero taco”. Sono alcuni dei commenti che raccontano l’indignazione di un’intera comunità e di un paese ancora incredulo per la sua vittoria alle Primarie. Dopo averli disprezzati in tutti i modi, il miliardario ha cercato di avvicinare i latinos: perché questo cambio di strategia?

Trump balla da solo
La realtà è che Donald Trump al momento è solo contro tutti. Rimasto l’unico candidato repubblicano in corsa, dopo l’abbandono di Ted Cruz e John Kasich, non ha neppure l’appoggio del suo partito.

I grandi nomi repubblicani si sono sfilati, a iniziare dalla famiglia Bush. Sia George Bush senior che George W. Bush si sono tirati indietro, anche in risposta ai durissimi attacchi ricevuti quando Jeb Bush era ancora in corsa per le Primarie. “C’era tuo fratello quando sono crollate le Torri Gemelle”, tuonò il miliardario in un dibattito dello scorso febbraio. Per attaccare Jeb, Trump scelse di scagliarsi contro tutta la famiglia e ora ne paga le conseguenze. Fossero solo i Bush, non sarebbe un completo disastro.

È quasi tutto il partito repubblicano a non aver accettato la sua vittoria. Lo speaker del partito alla Camera, Paul Ryan, ha dichiarato di non essere pronto a supportarlo come candidato e sul web continuano a farsi sentire i NeverTrumpers, sostenitori repubblicani che non vogliono votarlo e che cercano un modo per non farlo candidare. Molte personalità GOP hanno declinato l’invito alla convention che sancirà la sua candidatura ufficiale.

Senza l’appoggio dell’establishment, Trump può contare solo sull’investitura popolare che potrebbe forzare la mano e far cedere anche gli avversari più ostici. Il problema è che, al momento, è dato perdente nei confronti di entrambi i candidati democratici, staccato di ben 14 punti da Hillary Clinton e, senza il voto delle minoranze, non potrebbe mai farcela. Da qui, il tentativo mal riuscito di entrare nelle grazie degli ispanici: non una grande mossa.

Lorena Cacace

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