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Categories: Spettacoli

DiMartedì, Maurizio Crozza e la copertina del 27 gennaio: torna Antonio Razzi

A diMartedì del 27 gennaio 2015 torna la copertina comica con l’imitazione del senatore Antonio Razzi alle prese con il ‘salto della quaglia’ di alcuni esponenti che hanno lasciato il Movimento Cinque Stelle; spazio poi al commento sui nomi che girano per l’ascesa al Quirinale (per il comico in lizza anche Barbara D’Urso) e il confronto con Matteo Salvini, ospite in studio con Giovanni Floris.

Il ‘salto della quaglia’ dei grillini fuori dal movimento non piace al senatore Razzi di Crozza: ‘Ah, sono diventati ricchioni? Io credo che se c’è Dolce e Gabbana sono ricchioni: lo fanno di mestiere, fanno i vestiti. Preferisco Giorgio Armadio che è ricchione pure lui…’.

Il riferimento è ai dieci parlamentari grillini che hanno lasciato il movimento di Beppe Grillo per sempre, ma il senatore interpretato dal comico continua a non capire se si spazientisce: ‘Amico caro, te lo dico da Grillo: fatti dei meravigliosi ca++i tuoi!’; mentre sulla nomina del presidente della Repubblica dice che non c’è differenza: chi mettono mettono sembra si pensi sempre alla ‘crana’, come dice Crozza-Razzi.

Guarda il video completo

D’Urso o Prodi al Quirinale? Scatta la proposta irriverente del comico nei panni del senatore di Forza Italia: ‘Metterei Barbara D’Urso, che ha più di cinquant’anni ma per me è ancora un gran pezzo di femmina. Me la tromberei volentieri, non come a Prodi che lo vogliono trombare tutti’.

Come cambiano le cose per Crozza, che ritorna comico senza vestire i panni di Razzi: ‘Dieci giorni fa eravamo tutti quanti Charlie, oggi siamo tutti Tsipras: ci appassionano sempre i simboli stranieri. Lo vedremo mai nel mondo un eroe italiano? Non so, gente nelle piazze col cartello ‘siamo tutti Giuliano Amato‘? Nemmeno Giuliano Amato si farebbe vedere in giro con un cartello con scritto ‘Sono Giuliato Amato’. Al limite ci potrebbe scrivere: ‘Non sono Giuliano Amato, ci somiglio solo’. Tutta la copertina del 27 gennaio nel link in alto con il video.

Raffaele Di Santo

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