In un momento storico particolare come quello in cui ci troviamo, si parla sempre più di crisi, ma a preoccupare c’è anche quella farmaceutica. Molti medicinali, infatti, scarseggiano e altri sono praticamente introvabili, e proprio in un momento clou come quello della stagione invernale che apre le porte anche per quella influenzale.
Negli ultimi mesi, sentiamo spesso parlare di crisi energetica e del gas ma anche di crisi aziendale e di professionisti che faticano a continuare e portare a termine le produzioni. Non dimentichiamoci che proveniamo da un periodo davvero complicato ancor prima del conflitto in Ucraina che sta monopolizzando in questo momento l’economia e la produzione mondiale. La pandemia da Covid-19 e l’utilizzo esponenzialmente aumentato di farmaci dovuta al virus, unito alla carenza attuale di materie prime, ha fatto emergere una crisi farmaceutica.
L’Italia sta affrontando una vera e propria crisi farmaceutica e i farmacisti, ma anche molti medici, sono mesi che mettono in guardia sulla carenza di alcune tipologie di farmaci. Ora però la situazione si sta facendo via via sempre più complicata e le motivazione provengo da due cause diverse.
La prima causa è stata sicuramente l’iperutilizzo dei farmaci durante la fase acuta della pandemia. Nonostante ora l’utilizzo di medicinali sia sceso, gli ultimi due anni si è vista una crescita esponenziale che non era prevista e quindi non coperta.
La seconda causa è di natura più recente ed è strettamente collegata alla crisi del carburante e alla crisi di materie prime. L’approvvigionamento dei farmaci è rallentato dai costi esorbitanti del trasporto e la logistica, anche in ambito sanitario, non riesce a stare al passo. Il conflitto in Ucraina ha rallentato l’economia europea e le sanzioni e i vari divieti hanno portato ad una reazione a catena e ora scarseggiano le materie prime.
Stiamo parlando di quel materiale che serve per confezionare i farmaci. Il vetro per le bottigliette di sciroppo, la plastica per i rivestimenti dei medicinali e per i tappi. Un meccanismo che ha toccato prima altri ambienti a che è arrivato nella sfera farmaceutica preoccupando molto professionisti che si stanno mobilitando.
L’Agenzia Italiana del farmaco ha confermato che la crisi farmaceutica ha portato alla mancanza attuale di ben 3mila tipologie di farmaci. La carenza è generica e variegata e comprende anche farmaci da banco pediatrici.
Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha spiegato: “Le categorie a rischio sono variegate, paracetamolo, antidepressivi, antibiotici. L’attenzione è alta per la carenza di ibuprofene, soprattutto di quello da 600 e da 800 e problemi di approvvigionamento per la versione in sciroppo”. Viene spiegato inoltre la differenza tra un farmaco carente e uno indisponibile ovvero la carenza è caratterizzata dalla difficoltà di reperimento e può essere per mancanza di un principio attivo o problematiche nella produzione globale.
Indisponibile invece riflette sempre la mancanza di un farmaco ma la causa non è nella produzione e generalmente l’indisponibilità ed è circoscritta ad un luogo preciso. La motivazione è principalmente difficoltà nella filiera distributiva. Emerge inoltre che la galenica gioca un ruolo fondamentale e consiste nella produzione di farmaci in laboratori farmaceutici che permettono ai pazienti di non rimanere senza il medicinale di cui necessita.
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