Il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi è oggi, 18 luglio, in Algeria per proseguire i proficui scambi tra i due Paesi, intensificati ed accelerati dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente necessità occidentale di smarcarsi dalla dipendenza dall’energia russa.
Il premier è atteso ad Algeri, la capitale dello stato nordafricano, per partecipare al IV vertice intergovernativo Italia – Algeria che co-presiede assieme al suo omologo, il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune.
Si intensificano e si fanno sempre più stretti i rapporti tra Roma e Algeria: Mario Draghi, il per ora dimissionario Presidente del Consiglio, si trova nella capitale nordafricana per cementare il rapporto tra i due Paesi, divenuto quest’ultimo fondamentale dopo la scelta di Putin di invadere l’Ucraina.
Difatti l’aggressiva politica estera russa ha messo in allarme i governi europei sui rischi connessi alla forte dipendenza di alcuni stati, Italia in primis, dagli idrocarburi moscoviti. L’esecutivo ha così messo in campo una intelaiatura di relazioni internazionali atte a diversificare i fornitori di gas ed energia in genere con appunto il fine dichiarato di ridurre, fino ad annullare, gli approvvigionamenti da Gazprom.
Tra Roma ed Algeri sussiste invero un interscambio annuo di 7,34 miliardi di Euro, stime del 2021, di cui 5,58 in esportazioni italiane e 1,76 miliardi in importazioni algerine; inoltre ben più di 200 aziende tricolori lavorano sul territorio al di là del Mediterraneo, tra cui una delle più longeve è l’ENI.
La pressoché totale quota di importazioni verso il Bel Paese da sponda algerina concerne il gas e le fonti energetiche.
Lo stato attualmente governato da Tebboune è titolare di circa un terzo degli idrocarburi che attraversano la Penisola.
Questo valore è cresciuto grazie agli accordi primaverili siglati tra i due governi, nell’ambito della suddetta campagna di diversificazione dall’energia del Cremlino. Algeri ha già incrementato di 3 miliardi di metri cubi il gas destinato all’Italia, mentre altri 6 ne saranno aggiunti dal prossimo anno.
Tuttavia un accordo tra ENI e Sonatrach, l’azienda di stato per l’energia algerina, ha posto in essere un ulteriore maggiorazione dei volumi per 4 miliardi. Il patto prevede inoltre la collaborazione italiana nel cammino di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni inquinanti di Algeri, anche mediante lo sviluppo di innovativi campi a gas.
Grazie a queste intese ad oggi l’ex colonia francese risulta il primo fornitore di idrocarburi allo Stivale, posizione che ha scalzato il predominio di Mosca (secondo posto attualmente).
In attesa di capire chi sarà il premier che porterà avanti il percorso di diversificazione ed affrancamento italici, giungono incoraggianti notizie per economia ed indipendenza italiana.
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