Ricorso al Tar da parte dei gestori delle discoteche dopo la sospensione delle attività imposta dall’ordinanza del ministro Speranza (con uno stop dal 17 agosto fino al prossimo 7 settembre). Gli operatori del settore chiedono l’immediata riapertura per evitare un definitivo collasso del sistema, duramente provato dagli scorsi mesi di lockdown.
“Il Consiglio Direttivo del Silb, su una mia proposta, ha deciso di ricorrere al Tar del Lazio contro il decreto di chiusura delle discoteche, per salvare le nostre aziende e tutti lavoratori dello spettacolo che da 6 mesi non percepiscono compensi“. Così Maurizio Pasca, presidente del sindacato dei locali da ballo (Silb), ha annunciato la decisione dei gestori del settore dopo lo stop imposto dal Governo causa recrudescenza dei contagi da Coronavirus.
Una mossa, quella dell’esecutivo, che è andata di traverso ai lavoratori e alle opposizioni, e che ha scatenato un vero e proprio terremoto contro quella che il sindacato definisce l’ennesima dimostrazione che le discoteche siano “il capro espiatorio” in un tessuto di situazioni di rischio che, invece, si replicano incontrollate in molti altri contesti di aggregazione sociale (dai bar ai ristoranti, passando per le spiagge e le feste private).
Raggiunto dai microfoni di Adnkronos, Pasca ha definito “infondati” i motivi della nuova chiusura, sottolineando che “il distanziamento sociale non è mantenuto ovunque, basti pensare ai treni, agli stabilimenti balneari: perché penalizzare solo il settore dell’intrattenimento? Se c’è qualcuno che non rispetta le regole va sanzionato o chiuso, ci mancherebbe, ma non può essere penalizzato tutto un settore perché un singolo non rispetta le regole (…)“.
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