Un nuovo test arriva da una prestigiosa università di Dallas, dove i ricercatori hanno fatto delle sperimentazioni interessanti per scoprire subito le diverse varianti di Covid-19. Ecco di cosa si tratta.
Da due anni a questa parte le sperimentazioni sul Covid-19 continuano ininterrotte in tutto il mondo, per riuscire a capire qual è la via d’uscita da questa pandemia che sembra infinita.
Adesso, dagli USA, arriva un nuovo test sul virus che può determinare rapidamente le varianti del Covid, una sperimentazione che può essere molto utile ai fini della guarigione.
Negli Stati Uniti, precisamente all’UT Southwestern University di Dallas in Texas, è stato creato un nuovo test sul Covid-19, chiamato CoVarScan, che sembra riconoscere in maniera rapida a quale variante appartiene il virus testato.
Il dottor SoRelle, assistente professore di patologia e autore senior dello studio, è molto orgoglioso dei risultati ottenuti soprattutto perché questa tipologia di test può essere molto utile alla cura del Covid: “Utilizzando questo test, possiamo determinare molto rapidamente quali varianti sono presenti nella comunità e se sta emergendo una nuova variante”
Il test è stato effettuato su oltre 4.000 campioni di pazienti, dimostrando che può differenziare con successo tutte le varianti di Covid-19.
Di solito, test come questo richiedono molto dispendio di denaro, ma soprattutto di tempo: infatti, i risultati non sono quasi mai repentini cosa che toglie tempo a eventuali cure mirate.
Ecco perché, un anno fa, gli scienziati dell’Università di Dallas hanno inventato un loro personale test. Il dottor SoRelle, insieme ai suoi colleghi dell’UT Southwestern, volevano monitorare come i test attuali stavano rilevando le varianti emergenti di SARS-CoV-2.
Il test è stato progettato lavorando nel McDermott Center Next Generation Sequencing Core, parte dell’Eugene McDermott Center for Human Growth and Development diretto da Helen Hobbs, Professore di Medicina Interna e Genetica Molecolare.
Il CoVarScan si concentra su otto regioni di SARS-CoV-2, che comunemente differiscono tra le varianti virali. Rileva piccole mutazioni, in cui la sequenza dei blocchi costitutivi dell’RNA si differenzia, e misura la lunghezza delle regioni genetiche ripetitive che tendono a crescere e ridursi man mano che il virus si evolve.
Il metodo si basa sulla reazione a catena della polimerasi (PCR), una tecnica comune nella maggior parte dei laboratori di patologia, per copiare e misurare l’RNA in questi otto siti di interesse.
Una vera e propria svolta, che potrebbe aiutare la medicina nella futura cura del Covid-19, che purtroppo ad oggi non sembra voler lasciare il nostro mondo.
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