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Cosa sta succedendo a Istanbul? Ce lo spiega una ragazza italiana

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In Italia si parla poco di ciò che avviene in Turchia. E’ così da sempre. Fino alla primavera dell’anno scorso le notizie in arrivo dalla Turchia riguardavano la questione curda e qualche sporadico fatto di cronaca nera, come gli omicidi dell’artista itinerante Pippa Bacca, di don Andrea Santoro e di padre Luigi Padovese. Nel 2013 l’annuncio della costruzione di un centro commerciale al posto del Parco Gezi di Istanbul ha innescato una serie di violentissime proteste che durano ancora oggi. Si è trattato di una scintilla in una polveriera. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan, pur dichiarandosi favorevole all’ingresso della Turchia in Europa, ha un passato politico islamico-conservatore e ha sfidato l’Unione Europea dichiarando di non riconoscere l’autorità del parlamento di Strasburgo. Erdoğan ha represso con durezza le proteste di piazza e l’immagine di una Turchia liberale e democratica si è appannata.
Anche l’immagine politica di Erdoğan ha subito un forte contraccolpo alla fine del 2013 per via di un’inchiesta sulla corruzione che ha portato a un mega rimpasto di governo e a un tonfo in Borsa.
Per non parlare della diffusione del contenuto di una telefonata in cui Erdoğan in persona ordinava a suo figlio Bilal di nascondere decine di milioni.

(Recep Tayyip Erdogan)

Per capire che aria tiri abbiamo contattato Claudia, una ragazza italiana che vive ad Istanbul da quattro mesi. Claudia tiene subito a chiarire che “Istanbul, con i suoi 15 milioni di abitanti, non rappresenta tutta la Turchia: è infatti la città più europeizzata, ben lontana da altre realtà nazionali. Nell’entroterra le cose sono differenti e c’è anche molta arretratezza e scarsa informazione. Mi hanno detto che lì Erdoğan ottiene i maggiori consensi, mentre Istanbul è la sua spina nel fianco”.

Cosa ti ha portato a Istanbul?
Sono arrivata quattro mesi fa con il mio compagno perché ci siamo innamorati di Istanbul! Per me venire a vivere per un periodo qui è sempre stato un sogno, per lui un colpo di fulmine. Attualmente lavoro per un tour operator e il mio compagno lavora come webmaster e musicista.

Come commentano i tuoi amici turchi i tentativi di Erdogan di abbattere la Turchia laica di Atatürk?
Non commentano: scendono in piazza pur sapendo di prendere lacrimogeni e legnate.

Come cambia la vita nei giorni successivi a una grande protesta di piazza?
La vita non cambia. Gli istanbulioti si sono così abituati a convivere con queste proteste e con i metodi repressivi usati dalla polizia che dopo poche ore dalla fine delle proteste le strade sono di nuovo perfettamente pulite, la gente va a lavoro, a fare shopping e al ristorante come se nulla fosse e la normalità riprende il sopravvento. Il cambiamento più evidente che si nota è nello stato d’animo generale della gente. Per esempio dopo i funerali del giovane Berkin Elvan c’era una grande tristezza nell’aria.
I posti di blocco e i poliziotti in tenuta anti sommossa sono in pianta stabile 24/24h in Piazza Taksim e nelle zone più “vivaci” della città. Non esiste coprifuoco, né nulla del genere. Paura zero.
Come tutte le metropoli Istanbul è capace di rigenerarsi molto velocemente. E’ una città vivacissima e molto turistica e se si pensa che in Istiklal Caddesi, una delle vie più famose e turistiche della città nonchè principale scenario di molte proteste, passano letteralmente milioni di persone al giorno, si capisce come mai dopo un’ora dalla fine di ogni protesta tutto torni alla normalità e sembra che non sia successo assolutamente nulla.

Quali sono i problemi quotidiani di chi vive in Turchia che un italiano non riuscirebbe a immaginare?
Limitando sempre le mie parole a Istanbul, direi che sicuramente la censura su internet è una delle cose più fastidiose. La presenza fissa di poliziotti in tenuta antisommossa e di Toma (camion con idranti) in centro innervosisce, oltre ad essere decisamente antiestetica. Ma con il tempo non ci si fa più tanto caso.
Per il resto c’è solo da sorprendersi dell’incredibile umanità che anima questa fantastica città.

(Defne Samyeli)

Cosa dicono i tuoi amici dei pettegolezzi fra Erdogan e la bella Defne Samyeli?
Sorridono e mi nominano Berlusconi 🙁

Leggi anche >>> Defne Samyeli e il premier turco Erdogan in un video hard?

I giovani turchi si sentono europei o aspirano a diventarlo?
Domanda da 1 milione di dollari! Non lo so: non l’ho ancora capito… Credo sia un tasto molto più delicato di quello che normalmente noi siamo abituati a credere.

Come viene vissuta la religione nella vita di tutti i giorni?
Altra domanda difficile… Bisogna innanzitutto tenere presente che Istanbul è sterminata ed è divisa in zone. Ci sono aree tradizionalmente abitate da persone più osservanti e altre aree più laiche. Nelle prime c’è un’osservanza più stretta dei precetti del Corano. Qui la religione islamica è uno stile di vita nonchè una linea guida comportamentale per la vita quotidiana: si rispettano le preghiere quotidiane, le donne indossano il velo islamico e si conduce una vita più conforme ai dettami dell’Islam.
Le altre zone, invece, sono un enorme melting pot di turisti, tanti europei e stranieri in generale che vivono qui, mescolati a turchi più o meno osservanti, a ragazze con il velo islamico, le Converse e l’iPhone e a uomini che sgranano tra le mani il Tasbih (una sorta di rosario islamico) mentre vanno a lavorare.

Hai mai avuto problemi per il fatto di essere italiana?
No. Al contrario ho avuto dei grandi vantaggi. Per esempio nell’arco di un periodo di tempo relativamente breve ho trovato un buon lavoro in un’agenzia che aveva bisogno di una madrelingua italiana.

Come sono visti gli italiani dai turchi?
La mia impressione e che ci vedano molto di buon occhio: tutte le persone a cui ho detto di essere italiana hanno cominciato a tessere le lodi del Bel Paese e a sfoggiare qualche parola o breve frase in italiano. Inoltre ho conosciuto diversi turchi che parlano italiano, che hanno frequentato scuole private italiane o che aspirano ad imparare la nostra lingua e/o ad andare in vacanza in Italia.

maurodi

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