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Coronavirus, meno decessi nelle zone con più vaccinati contro l’influenza

La risposta ai dubbi sul futuro del contagio da coronavirus, secondo i tecnici dell’Unità per lo studio della morfologia e della funzione arteriosa del Monzino, risiederebbe nella profilassi contro l’influenza.

In età pediatrica si è sottoposti più spesso a vaccinazioni di qualche tipo: è noto infatti che i vaccini possono determinare un’immunità crociata, o meglio addestrata, anche nei confronti di altre patologie infettive”, ha spiegato Damiano Baldassare, coordinatore dello studio e responsabile della stessa Unità che lo ha condotto.

Il gap generazionale della prevenzione

Portando avanti l’indagine del professore del dipartimento di Biotecnologia medica e Medicina traslazionale dell’università di Milano Baldassarre, è sensato ipotizzare che l’immunizzazione sarebbe in grado di agire, così come sui bambini, su ogni fascia d’età.

Della stessa idea è anche Mauro Amato, ricercatore dello stesso centro cardiologico Monzino, che per primo ha posto l’attenzione sulla correlazione tra la profilassi contro l’influenza stagionale e il coronavirus. Mettendo a confronto i dati regionali sui tassi di vaccinazione dell’anno passato con quelli di diffusione del virus tra gli over 65, Amato ha osservato una relazione di contagio inversamente proporzionale.

Coronavirus, le più colpite sono state le regioni meno vaccinate contro l’influenza

La prevalenza delle infezioni da Sars-Cov-2, gli accessi in ospedale con sintomi riconducibili a Covid, gli accessi in terapia intensiva e i decessi, sono tutti risultati maggiori nelle regioni in cui i tassi di vaccinazione erano stati più bassi”.

La situazione pare piuttosto chiara, almeno secondo gli esperti del polo di ricerca milanese, dati alla mano, dalla stima risulta che “un aumento dell’1% della copertura vaccinale negli over 65 avrebbe potuto evitare 78.560 contagi, 2.512 ospedalizzazioni, 353 ricoveri in terapie intensive e 1.989 morti per Covid-19”.

Agire sulle difese di tutto l’organismo

Il messaggio che arriva dal nostro studio è senz’altro di incentivare le vaccinazioni antinfluenzali nei prossimi mesi, sia per gli over 65 che nella popolazione generale”, ha intimato Amato, allo scopo di sfruttare quello che in medicina viene definito effetto sinergico.

Quel principio secondo cui il vaccino non agisce, infatti, solo sull’agente patogeno cui è indirizzato, ma a vantaggio del sistema immunitario nel suo complesso, potenziando le difese dell’organismo in modo generalizzato.

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