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Convention repubblicana 2016, esordio (con gaffe) da First Lady per Melania Trump

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Donald Trump sfida i Queen e sale sul palco di Cleveland per la convention repubblicana 2016 sulle note di “We are the Champion”. Un primo giorno quasi sottotono per il tycoon che rimane davanti al suo pubblico giusto il tempo per presentare la moglie, Melania Trump e lanciarla come “la prossima First Lady”. Dopo una campagna per le Primarie in ombra, la terza moglie del miliardario, candidato alla Casa Bianca, fa il suo esordio ufficiale nella corsa che potrebbe portarla fino a Washington. “Se state cercando una persona che combatta per voi, lui è quello giusto“, esordisce dal palco Melania. Le polemiche però non sono mancate: troppe le analogie tra il suo discorso e quello di Michelle Obama del 2008, frasi identiche che oggi sono usate per lanciare alla presidenza un candidato diverso per storia e credo politico.

Lo staff di Trump è corso ai ripari. Il portavoce del candidato, Jason Miller, ha voluto evidenziare “il suo amore per l’America e la sua esperienza di immigrata”, definendo “splendido” il discorso scritto da “un team di scrittori che ha considerato quello che è stato fonte di ispirazione nella sua vita e in alcuni passaggi ha incluso frammenti che riflettono il suo pensiero”.

MELANIA TRUMP, LA COPERTINA SENZA VELI E LA POLEMICA CON L’EX SFIDANTE TED CRUZ

Che siano state usate le stesse parole pronunciate da Michelle Obama 8 anni prima non importa, almeno stando al silenzio da parte dello staff. Melania Trump si conferma come il perfetto sponsor per il marito, cancellando le accuse di misoginia con un sorriso e costruendo il ritratto dell’uomo “buono e forte”. Ecco perché del plagio non si parla. Melania è straniera ed è un biglietto da visita perfetto anche per sdoganare il marito dalla accuse di razzismo ed è per questo che, nel discorso, fa appello ai sentimenti, a partire dall’amor patrio. Nonostante sia nata in Slovenia, per lei ricevere la cittadinanza americana dieci anni fa è stato “il più grande privilegio della Terra“.

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Alla platea ha raccontato la sua storia di modella, già finita sotto i riflettori per la copertina senza veli su GQ, al centro di una polemica con l’ex sfidante del marito Ted Cruz. “Se avrò l’onore di diventare first lady , userò quel meraviglioso privilegio per tentare di aiutare chi ne ha più bisogno”, dice ancora di se, ma è per presentare il marito che è salita su quel palco e così arriva il ritratto di un “marito che ama la famiglia e il suo Paese più di tutto“, “un uomo buono, gentile, assennato“. “Avete trasformato questa campagna in un movimento che non si è ancora fermato; ora dobbiamo costruire una campagna tosta“, scandisce.

CHI È DAVVERO DONALD TRUMP: LUCI E OMBRE DEL TYCOON

Colpisce la scelta di far aprire la convention a Melania Trump, ma stando alle reazioni del pubblico presente si può dire “buona la prima”. Rimasta in ombra per quasi tutta la campagna, a parte un breve discorso, ha colpito per la sua avvenenza ma soprattutto per la capacità di parlare a un pubblico che, finora, non l’aveva mai notata. Eppure, la sua mano si è sentita nell’ultima parte della campagna: ha consigliato al marito di usare toni meno aspri, di non urlare e di tirare un po’ il freno e sembra che Trump l’abbia ascoltata.

Da lei è arrivato l’appello a riunire il partito per affrontare la campagna presidenziale in salita, almeno stando ai sondaggi: la mancata partecipazione della famiglia Bush e di altre personalità di peso al momento conferma la spaccatura interna ai repubblicani che, prima o poi, dovranno fare i conti con la candidatura di Trump.

Rudolph Giuliani alla convention repubblicana

Chi invece lo sostiene anche dal palco della convention è Rudolph Giuliani, l’ex sindaco di New York che per moltissimi americani è un eroe dei nostri giorni, per il post 11 settembre ma soprattutto per il programma “tolleranza zero” contro la criminalità. “Quel che ho fatto io per New York, Trump lo farà per l’America“, dice del candidato presidente. In un’America alle prese con enormi tensioni razziali, come dimostra il caso di Baton Rouge, e in un mondo che vive l’incubo del terrorismo, potrebbe essere il biglietto vincente.

Lorena Cacace

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