[didascalia fornitore=”ansa”]Ilaria D’Amico[/didascalia]
Ilaria D’Amico non si era accorta subito di quanto stesse accadendo, e per anni si è fidata del suo commercialista, fino a quando è intervenuta la Guardia di Finanza a fare chiarezza nei suoi conti, e a scoprire cosa il commercialista disonesto aveva architettato. I fatti risalgono al 2013, la sentenza del tribunale è chiara: Davide Censi è stato condannato a due anni e mezzo di carcere con l’accusa di appropriazione indebita.
Inoltre il commercialista romano è stato condannato al pagamento di una provvisionale pari a 50 mila euro.
Ilaria D’amico ha avuto parole secche per Censi: “E’ stato un incubo, questa persona ha amministrato i conti senza alcuna professionalità, altro che commercialista. Non solo mi sono stati fregati i soldi ma i miei conti sono stati anche amministrati male, come si dice in gergo: cornuta e mazziata”, e dal canto suo anche il commercialista romano ha tenuto a difendersi fino alla fine sostenendo di non aevr intascato nemmeno un euro della somma contestata: “Non c’è un euro entrato nei miei conti che non ha una giustificazione. Se fosse stato vero, saremo stati sepolti da cartelle esattoriali. L’accertamento alla D’Amico non era per tasse non pagate, ma per aver inserito costi indeducibili. Le tasse le ha evase, non è che non le ha pagate, infatti lei non si è rivolta al tribunale civile”.
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