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Categories: Curiosità

Come sopravvivere a Milano

Per chi arriva per la prima volta non è sempre un incontro facile, ma Milano è una città che sa farsi amare, basta sapere come sopravvivere e come muoversi, tra riti che solo i milanesi celebrano (a iniziare dall’aperitivo), zone off limits per molti (ma non per tutti) e bellezze segrete che manco i Brambilla doc spesso conoscono. Certo, Milano è una città complessa: è italiana ma internazionale, è frenetica e caotica, è modaiola e di design, va sempre di fretta e fattura a ogni ora, ma è anche piena di vicoli segreti, di parchi e di verde, di giardini nascosti, di case di ringhiera, di latterie e prestinè. In ogni caso, ci sono situazioni e consigli da tenere a mente per sopravvivere a Milano e ai milanesi, che siano doc o trapiantati: li abbiamo messi in fila per voi.

Partiamo da un dato di fatto: a Milano il clima fa schifo. Sarà la città “da bere”, la “capitale morale ed economica”, la culla della moda e del design ma siamo pur sempre nel cuore della Pianura Padana. Se d’inverno è una lotta continua contro il freddo umido che ti si infila in ogni singolo osso e rende inutile qualsiasi passaggio dal parrucchiere, d’estate è anche peggio. Il caldo umido può raggiungere picchi letali e ogni movimento costa sudore e fatica.

La prima regola della sopravvivenza a Milano è imparare a vestirsi. D’inverno, la regola della cipolla sarà il vostro mantra: indossare dodici strati di indumenti vi aiuta a sconfiggere le folate di gelo e vi evita svenimenti quando salite in metro dove ci sono non meno di 30°. La peggiore escursione termica è però quella estiva. Se fuori ci sono 35°, in metro e nei locali la media è di 15°, con aria condizionata in stile Las Vegas: un golfino o un foulard in borsa saranno la vostra salvezza.

Se d’inverno la nebbia ormai è sempre più rara, ogni estate è un fiorire di zanzare. Mai, e dico mai, uscire di casa senza un repellente e un post puntura, ovunque andiate. Loro sono sempre in agguato, aggressive e fameliche e non guardano in faccia a nessuno: vi massacrano in Corso Como come a Baggio. Se non volete passare le vostre serate a grattarvi, vi conviene armarvi di Autan & Co.

Altro dato di fatto è che Milano è ormai più internazionale che italiana e che gli inglesismi sul lavoro abbondano, almeno per i milanesi che fanno i “sales manager e vi briffano asap dopo la call in cui hanno avuto il feedback“. Fate un bel respiro e cercate di imparare quanti più termini possibili perché sarà quasi impossibile avere una qualsiasi conversazione senza incappare almeno in un inglesismo da ufficio. E poi fa molto cool.

Se siete a Milano anche solo per 24 ore, non potete esimervi dall’aperitivo. Il vero rito di ogni milanese, dal manager all’operaio: dalle 18 tutti i bar e locali della città fanno bella mostra di tartine, patatine, olive e arachidi da sgranocchiare mentre si beve. L’impatto può essere devastante. Si possono pagare anche dieci euro per un cocktail (anche analcolico) e per riempirsi lo stomaco di pizzette stantie e insalate di pasta scotta, specie nei locali finti fighetti. Il web pullula di siti con classifiche dei migliori locali da aperitivo, ma a volte basta anche scendere nel baretto sotto casa, bersi un Campari Soda e mangiarsi due arachidi per essere a posto.

E qui abbiamo citato una parola chiave. A Milano si beve il Campari. Punto. Bitter nei cocktail, Soda nella celebre bottiglietta di vetro, liscio o con una spruzzata di vino bianco o aranciata (lo “spruzzo”, cioè Campari e bianco, è l’antenato milanese dello Spritz): imparate a bere alla milanese e nulla vi fermerà.

Se siete in vena di emozioni forti, fatevi un giro in notturna sulla 90/91, la linea di autobus più temuta di Milano. La 90 (e la gemella 91 in senso opposto) segue il giro della circonvallazione (la “circonvalla”, per dirla alla milanese) e unisce la periferia alle zone più centrali. Di notte diventa uno dei posti meno tranquilli della città, tra bande di giovani ubriachi e gente poco raccomandabile. In realtà, negli ultimi tempi la situazione è leggermente migliorata, ma se non siete avvezzi alle situazioni borderline, meglio evitare.

Infine, una raccomandazione che può sembrare di poco conto ma che vi salverà dagli strali dei milanesi, che sono sempre di corsa: in metro, nelle stazioni e ovunque ci siano delle scale mobili, state a destra e lasciate lo spazio per chi ha fretta e vuole salire le scale a piedi. Il rischio di essere travolti, con tanto di occhiatacce a seguire, è dietro l’angolo.

Lorena Cacace

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