La conferma che lo stato di disoccupazione cambia il carattere viene da una recente ricerca svolta dagli studiosi dell’Università di Stirling in Gran Bretagna. Il fattore più preoccupante è che maggiore è il tempo passato a essere inattivi, più alta sarà la probabilità di non riuscire a essere all’altezza -ad esempio – di un colloquio.
Vivere un periodo di disoccupazione molto lungo modifica il carattere. I risultati della ricerca parlano chiaro: gli uomini diventano ”più stanchi” dopo due anni di inattività, anche se precisione e puntualità calano immediatamente se le giornate vissute sono vuote e inconcludenti. Mentre alle donne ne basta uno solo, di anno di disoccupazione, per tendere alla disperazione e perdersi d’animo.
Lo studio prevedeva un analisi a campione di 6,769 persone, di cui 210 senza lavoro. Le caratteristiche prese in considerazione erano: meticolosità, nervosismo, disponibilità, estroversione, franchezza. Dai risultati è emerso chiaramente che la disoccupazione ha delle implicazioni psicologiche più ampie di quanto si potesse pensare in precedenza, secondo quanto affermato dal responsabile dello studio, Christopher J. Boyce.
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