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Cimici cinesi invadono l’Italia: le ragioni ambientali

Le cimici cinesi invadono l’Italia: chi abita nel Settentrione, soprattutto nelle aree più interne della Pianura Padana, conosce ormai da tempo questo insetto color marroncino-grigio lungo meno di 2 centimetri, originario dell’estremo Oriente, nell’alveo compreso tra Corea, Giappone e Cina. Il primo esemplare Halyomorpha halys, questo il suo nome scientifico, approdò in Emilia Romagna quattro anni or sono, e da allora ha invaso l’intera area dapprima silenziosamente, fino ad arrivare ad occupare le pagine di importanti quotidiani quando la scorsa settimana, soprattutto il giorno 15 ottobre 2016, non solo le campagne ma anche i muri esterni di molte città sono apparse completamente invase da queste cimici. Ma qual è la ragione che ha portato all’invasione cinese? Ancora una volta la colpa va attribuita ai cambiamenti climatici.

Per crescere e proliferare le cimici cercano infatti luoghi caldi e asciutti dove trascorrere l’inverno, e le temperature sopra la media di questo primo scorcio d’autunno, ammesso che abbia ancora senso parlare di ‘media’ vista la tendenza degli ultimi anni, hanno favorito l’invasione di questa armata assolutamente innocua per uomini e animali, ma non per le campagne: le cimici cinesi infatti creano danni all’agricoltura non indifferenti, in particolare alle coltivazioni di frutta, ma anche al mais, la vite e gli ortaggi, e oltretutto questa specie non presenta nemici naturali sul territorio. Il picco raggiunto il 15 ottobre, con avvicinamento anche alle città, sarebbe dovuto secondo la vox populi alla raccolta della soia avvenuta proprio in quei giorni, con il risultato che le cimici, aiutate anche dalla loro forma piatta, si sono infilate sotto porte e stipiti di numerose abitazioni del Nord Italia.

Le cimici come abbiamo detto sono inoffensive ma emanano un cattivo odore una volta schiacciate, ma nel lungo periodo possono creare disastri dal punto di vista agricolo davvero notevoli: chiedere per maggiori lumi agli Stati Uniti, dove la suddetta cimice cinese si è fatta largo negli anni Novanta del secolo scorso, ed oggi che si è radicata nel territorio a stelle e strisce viene considerato un vero flagello. Il clima sempre più caldo nelle stagioni invernali rappresenta una vera manna per gli insetti, e per contrastarli bisogna far ricorso a pesticidi, un ulteriore danno per l’ambiente. La lista delle specie invasive in Italia e in Europa si allunga dunque con un nuovo nemico, la cimice cinese, e purtroppo non si può dare la colpa al governo di turno per scaricarsi la coscienza e sfogare la propria rabbia come per i migranti umani: dei cambiamenti climatici che generano infiniti problemi come questo siamo tutti responsabili, nessuno escluso.

Giulio Ragni

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