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Chi sono gli amish, come vivono e quanti sono nel mondo?

Chi sono gli amish, come vivono e quanti sono nel mondo? Gli amish sono persone che hanno deciso di seguire gli insegnamenti del leader religioso protestante Jakob Ammann, vescovo anabattista svizzero e fondatore di questa comunità che intorno al 1693 si staccò a sua volta dalla chiesa protestante dei mennoniti (già staccatasi dopo la riforma contro il potere della Chiesa Cattolica, ma cresciuta con una visione più moderata e liberale) per fondare la ”sua” chiesa (sempre protestante, ma più estrema e conservatrice). Gli amish vivono con le stesse regole dell’epoca, senza comodità e ”lontano dal mondo”, basando la vita sul rispetto di quanto detto nella Bibbia e rifiutando ogni tipo di progresso, dedicandosi prevalentemente al lavoro nei campi. Ma scopriamo qualcosa in più…

GLI AMISH NEL MONDO

Il fondatore Jakob Ammann ha sviluppato la religione Amish dapprima nel 1693 in mezzo a piccole comunità in Svizzera e Alsazia, rifacendosi alla Confessione di Fede di Dordrecht del 1632. Ma intorno al 1720 decise di emigrare dall’Europa verso gli Stati Uniti, per evitare emarginazione e persecuzioni del suo gruppo ormai considerato eretico. Oggi gli amish sono stanziati quasi esclusivamente tra gli Stati dell’Ohio, Pennsylvania e Indiana, ma ci sono alcuni nuclei anche in Canada. La maggior parte di loro discendono dalle famiglie dei primi migranti giunti dall’Europa e infatti hanno un tasso di consanguineità molto elevato. Gli Amish americani parlano tradizionalmente tra loro una sorta di dialetto tedesco chiamato tedesco della Pennsylvania.

GLI AMISH E IL PROGRESSO

Gli amish rifutano qualsiasi cosa di tecnologico esista e non venga contemplato nella Bibbia, quindi non usano nemmeno l’energia elettrica (e di conseguenza tutti gli apparecchi che la usano per funzionare). Alcune famiglie però ”trasgrediscono”, ad esempio per riscaldare le case in inverno, ma va detto che tale energia comunque viene ”generata” nella stessa comunità (ad esempio con uso di mulini a vento). Sono banditi però rigorosamente i telefoni cellulari e i computer, come la televisione. Sono aperti a libri e riviste, ma devono rispettare le loro credenze. Gli Amish però diffidano anche della fotografia, la ritengono uno strumento per aumentare la vanità ed esaltare narcisismo ed esibizionismo.

GLI AMISH E LA MEDICINA

La comunità si basa su una struttura sociale basata su regole precise e fondata sull’aiuto reciproco. Quando un amish sta male, in genere si cura in casa, ma in alcuni casi la comunità può decidere se portarlo in ospedale. Gli Amish rifiutano la modernità, e quindi anche tutto ciò che può essere considerato superfluo e non necessario (come certe medicine). Inoltre la malattia viene concepita come volere di dio, quindi in genere accettata e sopportata come atto di fede (ma molte derivano semplicemente dal fatto che possiedono un patrimonio genetico ridotto dato che i matrimoni avvengono tra consanguinei.

GLI AMISH E GLI ALTRI

Ciascun amish che si rispetti segue l’Ordnung, il manuale del perfetto fedele che illustra tutte le regole religiose da seguire per essere dei bravi amish devoti, umili e semplici, e vivere in armonia in comunità che – non importa quanto sia grande – ha sempre un vescovo, due ministri e un diacono (tutti rigorosamente maschi). Ogni componente della comunità è chiamato a ospitare le funzioni religiose all’interno della sua casa, e questo accade a turno per ogni membro. Nel corso della vita ogni amish, compiuti i sedici anni, entra nella fase del ‘rumspringa’, periodo durante il quale i giovani possono allontanarsi dalle loro comunità e scoprire cosa accade davvero nel mondo. Alla fine devono decidere se tornare in comunità e sottostare alle sue rigide regole, oppure andarsene per sempre.

GLI AMISH E IL LAVORO

Gli amish vivono esclusivamente in colonie agricole formate da fattorie contigue. Infatti il loro lavoro principale è quello di lavorare i campi e prendersi cura degli animali (oltre che procreare). Non potendo guidare mezzi a motore, usano carri trainati da cavalli, anche per muoversi e non solo per lavorare, ma in caso di necessità possono chiedere l’autostop a un non-amish, o possono usare gli autobus. Cellulari e smartphone sono banditi, ma in casi eccezionali possono essere usate le cabine (soltanto dagli uomini per questioni di affari).

L’ABBIGLIAMENTO AMISH

Gli amish seguono regole ferree per quanto riguarda l’abbigliamento, che deve essere semplicissimo. Gli abiti devono essere modesti e di colori scuri o comunque neutri e cuciti a mano. Gli uomini indossano camicie e gilet. Le gonne delle donne devono rispettare la lunghezza stabilita dalla comunità. Non possono essere indossati accessori come gioielli, cinture (per reggere i pantaloni vengono usate le bretelle), cravatte, foulard o guanti. Anche le scarpe da tennis sono proibite. Le donne non possono tagliarsi i capelli e li portano raccolti sulla nuca coperti da una cuffia di colore bianco, se sono sposate, o di colore nero se sono single. Gli uomini sposati devono farsi crescere la barba.

GLI AMISH E LA SESSUALITA’

Gli amish seguono rigidi precetti cattolici e vivono la sessualità solo all’interno del matrimonio. Ci sono regole per il corteggiamento (come scriversi lettere e vedersi nel week end), e dopo un anno è possibile chiedere la mano della ragazza. Una volta sposati (in genere verso i venti anni), gli amish devono fare molti figli (almeno 7). E questo spiega il boom demografico degli amish negli Usa, dove nel 2014 ne erano 290 mila contro i quasi 5 mila del 1920. Secondo gli esperti demografia se seguiranno tali ritmi, nel 2050 raggiungeranno quota un milione. I più tradizionalisti comunque lamentano la progressiva scomparsa del bundling, un letto a due piazze ma diviso da un’asse di legno, che serviva per favorire la conoscenza delle coppie senza intimità sessuale.

ESISTONO AMISH ITALIANI?

Data la loro storia, non esistono comunità amish in italia. Esistono invece alcuni gruppi (associazioni o ”parrocchie”) che rifuggono il materialismo individualista e si ispirano ad un comunitarismo religioso ispirato alla ”chiesa delle origini”, come la comunità cattolica di Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini nel comune di Grosseto.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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