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Cesare Battisti estradizione ancora in sospeso: la Corte Suprema rinvia la decisione

[didascalia fornitore=”ansa”]Cesare Battisti durante l’intervista a Globo tv dopo il fermo[/didascalia]

Ancora tutto sospeso per l’estradizione di Cesare Battisti, l’ex terrorista rosso dei PAC condannato dall’Italia all’ergastolo in contumacia per 4 omicidi. Il Presidente della Prima sezione del Tribunale Supremo Federale (TSF), Luiz Fux, che doveva decidere sulla richiesta di “habeas corpus” fatta dalla difesa, ha rinviato l’udienza perché non ci sarebbero più le stesse condizioni di quando era stato fermato al confine con la Bolivia per eccesso di valuta straniera. L’ex terrorista è ora in libertà vigilata, con l’obbligo di residenza a Cananeia, sulla costa atlantica meridionale dello Stato di San Paolo, e deve presentarsi in Tribunale ogni mese, in attesa di un braccialetto elettronico disponibile. Le condizioni sono dunque diverse e il giudice ha ritenuto superata la richiesta della difesa. Fux dovrà ora decidere sulla richiesta di estradizione arrivata dall’Italia. Nel frattempo, Battisti ha concesso un’intervista esclusiva al GR1: “Ho compassione per le vittime. La lotta armata fu un errore“.

Dopo le aperture del governo brasiliano, l’ultima parola spetta alla giustizia, in particolare alla Corte Suprema che dovrà rivalutare quanto deciso nel 2009 sull’estradizione di Battisti, concessa dai giudici ma negata dall’ex presidente Inácio Lula da Silva: i togati dovranno stabilire se il nuovo presidente Michel Temer può modificare una decisione presidenziale già confermata.

Come ricorda la stampa brasiliana, il giudice Fux avrà diversi elementi per prendere la sua decisione su cui potrebbero pesare le valutazioni dell’Ufficio della Procura generale e del ministro della Giustizia, Torquato Jardim, che ha già espresso il suo parere favorevole all’estradizione.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2017/10/12/cesare-battisti-estradizione-piu-vicina-la-storia-dell-ex-terrorista-italiano/29637/” testo=”Cesare Battisti, la storia del terrorista rosso”]

“Cesare Battisti ha rotto il rapporto di fiducia con il paese che lo sta ospitando”, aveva dichiarato in un’intervista alla BBC Brasil a ridosso del fermo.

La Procura generale ha suggerito di demandare la decisione finale al plenum della Corte Suprema. “Si tratta”, scrive la Procura, “di un atto altamente politico. Il margine di discrezione è ampio, vi è una chiara libertà di scelta e una flessibilità di giudizio. Visti gli interessi legati alla vicenda e l’attuazione dei trattati internazionali, esiste una possibilità di revisione. Le circostanze sulla mancata consegna della persona da estradare possono mutare nel tempo e rendere possibile una nuova valutazione da parte dello Stato”.

Cesare Battisti: ‘Ho compassione per le vittime’

Che qualcosa stia cambiando lo si intuisce anche dal nervosismo che trapela dalle parole di Cesare Battisti che, negli ultimi giorni, è apparso meno spavaldo di quando festeggiò la liberazione con un brindisi. In un’intervista esclusiva al GR1 parla della possibilità che sia il plenum del TSF a decidere sull’estradizione. A suo dire, nell’Alta Corte “ci sono diverse voci, molte delle quali sono a mio favore”.

Alla domanda sul suo passato di violenza, Battisti risponde di aver compassione delle vittime. “Certo che ce l’ho: io ho 62 anni, ho moglie e figli, ho nipoti, già sono nonno”, dice.

Diversa anche la sua versione delle fuga dal Brasile. “Qualcuno ha voluto portarmi alla frontiera con la Bolivia, è stata una trappola. Era tutto organizzato. io qui in Brasile sono accettato da tutti, tutti mi vogliono bene”.

Battisti torna poi a ripetere di avere una “relazione con Alberto Torregiani“, il figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, per il cui omicidio lo stesso Battisti è stato condannato a 13 anni e cinque mesi per concorso in omicidio. “Ci siamo scritti durante gli anni. L’ho aiutato a scrivere un libro. Io ho lettere di Alberto Torregiani in cui mi dice testualmente che non ha nessun dubbio sul fatto che io non ho niente a che vedere con la morte del padre. Fortunatamente sono uscito prima che iniziassero omicidi nel mio gruppo”, sostiene.

La tesi non è nuova e lo stesso Alberto Torregiani la smentì più volte in passato. Commentando il recente arresto, aveva dichiarato di non avere interesse a incontrarlo perché “non ha l’intenzione, l’atteggiamento, lo stato d’animo neanche di pensare di chiedere perdono”.

Concludendo l’intervista al GR1 Rai, Battisti torna sul suo passato. “Come si può essere soddisfatti o fieri di tanta violenza, tanti omicidi tanto sangue, da una parte come dall’altra? La lotta armata è stato un suicidio, non poteva dare risultati per nessuno. E anche indirettamente ho partecipato a idee che hanno portato a una follia, ad una via senza uscita”.

Lorena Cacace

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