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Categories: Salute

Celiachia: arriva Nima il sensore che rileva il glutine negli alimenti

Celiachia: arriva Nima il sensore che rileva il glutine negli alimenti. Le intolleranze alimentari sono sempre più diffuse e spesso non se ne conosce neppure con certezza la causa. Le persone a cui viene diagnosticato questo disturbo devono evitare di assumere i cibi che contengono glutine, una sostanza che si trova in diversi cereali (frumento, segale, orzo, farro e kamut). Purtroppo, però, non sempre è possibile sapere se un dato alimento contiene questa sostanza, perché le etichette non lo riportano fedelmente o perché ce ne sono tracce microscopiche. Ecco perché, quindi, un sensore in grado di rilevare la presenza di glutine può fare la differenza per i celiaci.

Celiachia e glutine

La celiachia è una malattia autoimmune che interessa circa l’1% della popolazione mondiale. Rilevare la presenza di glutine nei cibi, però, non è sempre facile. E’ possibile, ad esempio, che vi sia una contaminazione da glutine quando gli alimenti vengono cotti in pentole che hanno ospitato in precedenza cereali con glutine e non sono state accuratamente lavate. Oppure è possibile che alcuni preparati industriali contengono piccole tracce di questa sostanza, che non vengono indicate in etichetta. Tra l’altro, per i celiaci, possono essere rilevanti anche piccole quantità di glutine perché la loro dieta deve, in linea di principio, bandirlo completamente.

Cos’è Nima

Per far fronte a questo problema è stato ideato “Nima”, un apparecchio portatile ideato dalla startup americana Sensor lab. Questo piccolo dispositivo sarà presto in vendita anche in Italia e, secondo quanto riportano i suoi inventori, è in grado di rilevare la presenza di 20ppm (parti per milione) di glutine in un alimento, cioè una quantità corrispondente a 20 mg/Kg. Questo valore è proprio quello che, secondo gli enti internazionali, vale per etichettare un alimento come “privo di glutine”. Nima, tra l’altro, è molto semplice da usare perché permette di rilevare il glutine contenuto negli alimenti semplicemente “scannerizzando” i piatti. Inoltre è molto pratico e maneggevole, quindi può essere portato con sé, quando si va a cena da amici o al ristorante.

Altri progetti

Va detto, comunque, che dispositivi di questo tipo esistono già in commercio, seppur con caratteristiche tecniche e morfologiche differenti. Un progetto simile era nato di recente tra i ricercatori del CNRS di Napoli, che aspiravano a mettere a punto un dispositivo in grado di rilevare la presenza di glutine nei piatti che vengono utilizzati al ristorante. Alcuni ricercatori avevano paventato anche la possibilità che questo stesso strumento potesse essere programmato per rilevare le tracce di arachidi, ritenuti tra gli alimenti particolarmente allergizzanti. La responsabilità primaria, però, resta quella dei produttori, che devo indicare in etichetta anche minime tracce di glutine presenti nei preparati industriali.

Rossella Giglio

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