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Categories: Politica

Caso Raggi, Romeo è indagato: l’accusa è concorso in abuso d’ufficio

Dopo il lungo interrogatorio di Viriginia Raggi, tocca a Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della prima cittadina, a finire nel mirino dei magistrati. È infatti durato cinque ore il suo interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo, il sostituto Francesco Dall’Olio e il capo della squadra mobile Luigi Silipo. Due i temi al centro delle indagini: la vicenda delle polizze, alcune delle quali intestate ad attivisti grillini e alla stessa sindaca, e quella delle nomine, compresa la sua, avvenuta con stipendio triplicato. “È andata bene, penso di aver chiarito tutto, ma ho avuto giornate migliori”, ha dichiarato ai cronisti che lo aspettavano fuori dal tribunale.

C’è qualcosa che non torna ai pm nella difesa della sindaca in merito agli atti formali per la nomina di Renato Marra, dirigente della Polizia locale e fratello di Raffaele, ex responsabile del personale del Campidoglio, a direttore della Direzione Turismo del Comune di Roma, ma anche per la stessa nomina di Romeo, ex dipendente comunale promosso a capo della segreteria della sindaca.

L’accusa per lui è di concorso in abuso d’ufficio a indicare la corresponsabilità proprio con la sindaca per la vicenda di Marra ma anche per la sua stessa nomina. L’interrogatorio è stato condotto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall’Olio che vogliono far luce sulla sua promozione: Romeo si dimise da funzionario comunale e fu riassunto come dirigente a stipendio triplicato, passando da 39mila euro a 120mila e vedendoselo ridotto solo dopo l’intervento dell’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone.

Al centro delle indagini c’è la libera del 9 agosto, firmata dalla sindaca e approvata all’unanimità dalla giunta, che dava a Romeo il nuovo incarico senza specificare il compenso triplicato ma rimandando a discipline contrattuali: il caso fu segnalato allora con un esposto alla procura dall’ex capo di gabinetto di Raggi, Carla Raineri, poi dimessasi.

Per la sindaca è l’ennesimo brutto colpo che decima il cosiddetto “Raggio Magico”, il cerchio dei fedelissimi di cui si era circondata anche scontrandosi con alcuni esponenti romani di spicco del movimento: c’era Romeo con lei nella famosa foto sul tetto perché “in Campidoglio c’erano le cimici”.

Romeo aveva già parlato di quanto sta accadendo in Campidoglio alle telecamere di Agorà, il programma di Rai Tre. Le polizze, ha spiegato, sarebbero “forme di investimento, non eccessivamente rischiose, più o meno remunerative“.

Su Marra, ha confermato di averlo “conosciuto nel 2013” e di aver “lavorato con lui bene per un periodo”, perché a capo del dipartimento di cui Romeo era un funzionario. Proprio da quell’esperienza positiva (“qualche risultato lo abbiamo raggiunto”, dice ai microfoni della trasmissione), lo avrebbe presentato agli esponenti del M5S. “È pentito di averlo fatto? “Pentito è un eufemismo“, la sua risposta. “Ci stavamo preparando per governare la città, se avessimo vinto le elezioni, ma non era un progetto mio, di Marra e della Raggi. Era un progetto comune di una squadra, capitanata da Virginia Raggi”.

Intanto, Virginia Raggi incassa, ancora una volta, la fiducia di Beppe Grillo che si schiera apertamente con lei e, dal blog, elenca 43 problemi della città, poi saliti a 91, che l’amministrazione grillina avrebbe risolto.

Dopo l’elogio in romanesco, dal blog il leader del M5S rivendica l’operato della sindaca. “Il MoVimento 5 Stelle sta amministrando la città più bella del mondo e siamo orgogliosi di farlo. Abbiamo trovato la capitale devastata, ma non ci siamo spaventati. Nessuno avrebbe saputo dove mettere le mani, tutti avrebbero avuto paura. Noi ci siamo buttati a capofitto in questa avventura e, nonostante le difficoltà, stiamo iniziando a cambiare la città. Non sono parole, sono fatti”.

Lorena Cacace

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