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Carceri, il Consiglio d’Europa richiama l’Italia. Sono violente e troppo piene

Per risolvere il sovraffollamento la soluzione, secondo il Consiglio d’Europa, non è quello di aumentare i posti nei penitenziari, bensì di prevedere la reclusione solo come pena di ultima istanza.

Una struttura penitenziaria, repertorio – Nanopress.it

Oltre a carceri piene e scontri tra detenuti, c’è anche l’alto tasso di suicidi che avvengono nelle strutture. In tutto questo alla polizia penitenziaria manca l’organo necessario a poter gestire le complessità riscontrate.

Violenza e sovraffollamento

L’Italia è sotto osservazione per via della situazione carceraria. Violenza e sovraffollamento sono al centro del rapporto prodotto dal Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa. In base alle osservazioni fatte in seguito alla visita condotta un anno fa nei penitenziari italiani, è emerso come a preoccupare siano le violenze e intimidazioni tra i detenuti, in particolare nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e a Regina Coeli a Roma. E anche il generale sovraffollamento in tutti gli istituti di pena. Questo tocca addirittura quota 152% considerando la prigione di Monza.

Il rapporto torna anche a chiedere l’abolizione dell’isolamento diurno e un riesame di come sono gestiti i detenuti che si trovano al regime 41 bis. A Strasburgo sono preoccupati della condizione di vita di chi si trova in carcere. La richiesta è di migliorare in generale la loro vita in detenzione e poi anche di adottare misure specifiche per le donne e i transessuali.

I detenuti hanno denunciato di non sentirsi al sicuro

I funzionari inviati dal Consiglio d’Europa hanno potuto parlare con i detenuti nel corso della loro visita. Le testimonianze raccolte hanno raccontato di episodi di violenza, calci, pugni e anche pestaggi. Una persona, a seguito di un pugnalata alla gamba, ha dovuto subire 20 punti di sutura. Ne è emerso un quadro in cui i carcerati hanno detto di sentirsi non al sicuro e senza il supporto degli agenti penitenziari. Questi ultimi si trovano spesso fuori dalle sezioni e ricevono dai detenuti notizia delle violenze solo dopo che queste sono avvenute.

L’organo di anti tortura del Consiglio d’Europa non si è limitato a osservare e a trarre le conclusioni, bensì ha anche fornito degli spunti che, se recepiti, sono utili per migliorare la situazione carceraria che in Italia è in crisi già da diversi anni.

Le ipotesi avanzate

Secondo il Cpt, per arginare la violenza tra detenuti occorre promuovere un sistema di sorveglianza dinamica da parte degli agenti della penitenziaria. Invece in merito al sovraffollamento, la considerazione fatta sconsiglia di aumentare i posti negli istituti penitenziari. Una struttura che ha il 90% dei posti occupato è già indice di possibili problemi. Quindi l’invito è piuttosto quello di adottare strategie che prevedano la reclusione in carcere ma solo come misura di ultima istanza.

A Bari la presidente del Consiglio regionale pugliese e vicepresidente del Pd ,Loredana Capone, a margine della cerimonia che ha celebrato il 206 anniversario dalla fondazione del Corpo di polizia penitenziaria, ha detto sottolineato la situazione in cui versano le carceri. Le carenze strutturali testimoniano un’attività di lavoro davvero difficile, poi abbiamo un sovraffollamento da un lato e dall’altro una carenza di personale. Denunciano i dati che ci sono mille persone in meno rispetto a quelle che sarebbero necessarie, dunque non bastano evidentemente nemmeno i concorsi che sono stati attivati”. La presidente ha anche ricordato che, oltre a queste criticità, c’è anche quella dei tanti suicidi di detenuti nelle strutture carcerarie.

Diana Sarti

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