I fratelli Righi, arrestati nel gennaio 2014, tornano alla ‘ribalta’: i carabinieri di Roma hanno confiscato beni appartenenti ai tre imprenditori per il valore di 80 milioni di euro. Sono case, negozi e soldi quelli sottratti a Luigi, Antonio e Salvatore Righi e anche Alfredo Mariotti, accusati di essere stabili riciclatori per conto della camorra napoletana e in particolare del clan Contini.
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I fratelli si erano trasferiti da Napoli – dove gestivano la pizzeria del padre ‘Da Ciro‘ in via Foria – a Roma negli anni Novanta. I Righi avevano fatto fortuna nella Capitale diventando proprietari di una holding di società attive nella gestione di numerosi ristoranti-pizzeria delle principali vie di pregio del centro storico della città. Un impero che le forze dell’ordine tenevano sotto controllo perché il volume d’affari era palesemente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dai ristoranti.
Gli imprenditori Righi, sono ritenuti dagli inquirenti “stabili riciclatori per conto della camorra napoletana, al servizio, in particolare, del clan Contini, ai cui dirigenti Giuseppe Ammendola e Antonio Cristiano, Salvatore Righi corrispondeva periodicamente somme di denaro contante, costituenti il provente delle attività riciclatorie svolte per conto del clan”.
In mattinata i carabinieri hanno confiscato 28 esercizi commerciali come bar, ristoranti-pizzerie, 41 beni immobili, 385 rapporti finanziari-bancari, 76 veicoli, 77 società, 300mila euro di denaro contante rinvenuti nel corso delle operazioni.
I beni confiscati, già sottoposti a sequestro di prevenzione nel 2014 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono attualmente gestiti dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale.
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