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Cadillac Eldorado, il mito che Elvis dipinse di rosa

Quando un’icona ne incontra un’altra si forma la leggenda. Come quella che vide incrociarsi i destini della Cadillac e di Elvis Presley. Forse a noi europei il nome Fleetwood Series non dice nulla, che era quello generale della serie di quel modello specifico. Però se utilizziamo l’attributo Eldorado, usato per identificare alcune varianti, allora forse si accende una lampadina. La Cadillac Eldorado è probabilmente il simbolo dell’America ricca e spensierata degli anni ’50, il vero ritratto del sogno americano. Elvis rappresentò un altro tipo di sogno, quello del ragazzo comune che diventa una star mondiale. Praticamente è nato tutto da lui.

Dopo l’incisione del suo primo singolo nel 1954, Elvis comprò una Cadillac Fleetwood 60 la cui carrozzeria era rosa. Pochi mesi dopo l’auto venne distrutta in un incendio. Allora il cantante ne comprò un’altra uguale, ma blu. Nello stesso tempo incise la canzone “Baby, Let’s Play House“, singolo che gli fece scalare le classifiche. Nel testo egli citava proprio una Pink Cadillac, praticamente la sua. Grazie al grande successo, Elvis fece ridipingere la propria Fleetwood in rosa e la donò a sua madre. Quella Pink Cadillac originale esiste ancora, esposta al museo di Graceland, la residenza del divo morto prematuramente nel 1977.

La Cadillac Eldorado era già un modello di successo nel 1953, quando fu introdotta sul mercato. Le celebri pinne piazzate sopra i lati del bagagliaio (invenzione del designer Harvey Earl) divennero un marchio di fabbrica dell’America intera nell’immaginario popolare di tutto il mondo. Ma furono proprio la canzone di Elvis e l’aneddoto del colore a proiettare quell’auto nell’olimpo dell’automobile. Al di qua dell’oceano forse non ce ne rendiamo conto, ma per un americano la Cadillac Eldorado ha lo stesso fascino che per noi rivestono le migliori Ferrari, forse anche di più. Quelle simpatiche barcone inimmaginabili sulle nostre asfittiche stradine hanno segnato la storia di una grande nazione, in un periodo in cui era all’apice della propria potenza. Grazie anche ad un originale strimpellatore idolo delle teenagers.

Roberto Speranza

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