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Caccia uccelli: abolita la cattura dei richiami vivi

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E’ stato approvato al Senato l’articolo 21 della legge europea che mette la parola fine ai richiami vivi per la caccia. Un obiettivo raggiunto dopo decenni di lotte da parte delle associazioni animaliste, che finalmente possono cantare vittoria. Il nostro Paese ha sostanzialmente messo fine alla cattura dei piccoli uccelli migratori che vengono utilizzati come esche vive nelle attività venatorie. Merli, allodole e tordi venivano catturati e torturati con reti, vischio, trappole e altri mezzi, per una pratica che è stata definita dalla Lipu “violenta e indecorosa”. Un’attività che è stata molto pesante dal punto di vista dei danni alla biodiversità.

E’ stata proprio la Lipu, una delle associazioni impegnate nella battaglia per il divieto dei richiami vivi per la caccia, a commentare la notizia dell’approvazione della nuova norma subito dopo il voto positivo in Parlamento. Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu-Birdlife Italia ha definito la novità “una gioia immensa e una grande vittoria del Paese”. Anche se le nuove leggi sembrano macchinose, la realtà è che la cattura degli uccelli selvatici in Italia adesso è vietata. E, secondo quanto affermato dalla Lipu, non importa nemmeno l’ordine del giorno approvato dall’aula del Senato, che impegna l’esecutivo a valutare i mezzi con i quali gli uccellini potrebbero essere catturati. L’associazione animalista ha spiegato che casi del genere non potranno più verificarsi. Danilo Selvaggi, direttore generale dell’associazione, ha spiegato che è un risultato atteso da ben 50 anni. Un obiettivo che adesso è stato finalmente raggiunto.

In un comunicato l’associazione Lipu tempo fa aveva ricordato come ‘gli interventi legislativi adottati lo scorso anno da Governo e Parlamento, sono risultati non idonei a rispondere ai rilievi della Commissione europea‘: per sanare la propria posizione l’Italia ha dovuto così adottare un nuovo provvedimento che non si limita a chiedere lo stop di determinati mezzi nella cattura degli uccelli vivi, ma di rinunciare una volta per tutte all’utilizzo dei richiami vivi. Solo in seguito all’attivazione della procedura di infrazione il Parlamento italiano ha deciso finalmente di intervenire con una soluzione idonea, una disposizione normativa che adesso è diventata definitiva.

Attraverso un comunicato congiunto le associazioni animaliste, tra cui il WWF, la Lav e la già citata Lipu, dopo l’approvazione della legge alla Camera, avevano dichiarato: ‘È un passo importantissimo, atteso da decenni, per il quale ringraziamo i deputati che si sono battuti e lo stesso Governo che, dopo i tentennamenti degli anni scorsi, si è finalmente convinto ad agire per il meglio”. Una vittoria per tutti coloro che da anni si battono contro l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia e che finalmente hanno trovato sponda in una classe politica che sul tema ha latitato troppo a lungo.

Giulio Ragni

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