Il primo protocollo con cui Ue e Regno Unito avevano deciso di applicare le regole del mercato unico europeo anche all’Irlanda del Nord non ha funzionato. Oggi attesa la firma per la revisione.
Le merci inglesi, gallesi e scozzesi in entrata in Irlanda del Nord rimanevano incagliate nella burocrazia. Con il nuovo accordo si dovrebbero creare dei canali preferenziali di scambio per i beni di prima necessità.
A distanza di tre anni dall’addio del Regno Unito all’Unione europea, si parla ancora di Brexit. Sì, perché non tutto è stato chiarito dopo il divorzio, concretizzato formalmente il 31 gennaio del 2020 dopo il referendum del giugno 2016 in cui a vincere furono i Leave, ossia i voti a favore dell’uscita.
Come in tutti i matrimoni non riusciti, al momento della separazione ci sono stati moltissimi temi da affrontare relativi alle relazioni future. Quali norme regoleranno i nostri rapporti, ora che siamo ex a tutti gli effetti? Una risposta, in particolare, è rimasta in sospeso fino a questo momento. Ma oggi le cose potrebbero finalmente risolversi.
Nel pomeriggio, infatti, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen volerà a Londra per incontrare il premier inglese Rishi Sunak per un vertice sulla Brexit.
In questa riunione sarà molto probabilmente firmato un nuovo accordo relativo al protocollo sull’Irlanda del Nord. Si tratta della fase finale di un negoziato durato oltre un anno che riguarda la permanenza dell’Irlanda del Nord nel mercato unico europeo con regole differenziate rispetto al resto del Regno Unito.
L’accordo in materia è stato previsto fin dai tempi della Brexit, non è una novità. Una prima convergenza era stata trovata in precedenza da Boris Johnson ma oggi gli analisti si aspettano una revisione consensuale e bilaterale dei patti.
Questo perché, subito dopo il primo protocollo d’intesa, il governo britannico aveva espresso dubbi arrivando a una dura contestazione dello stesso. Le aziende britanniche attive nel commercio avevano infatti incontrato diversi ostacoli di natura burocratica quando si trattava di esportare merci verso l’Irlanda del Nord, perché i due territori, nonostante facciano parte dello stesso Paese, erano soggetti a regole differenziate relative agli scambi. Questo ha comportato disagi per la popolazione e l’aumento del malcontento.
La soluzione individuata con l’Europa era stata decisa per evitare di dover costruire una barriera fisica con l’Irlanda, che è invece un membro Ue. La barriera avrebbe infatti acuito gli scontri tra irlandesi e irlandesi del nord, due popoli in conflitto tra loro fino al 1998. Tuttavia, quella che sulla carta sembrava una buona soluzione, poi non si è rivelata tale nel passaggio all’attuazione pratica. Le merci britanniche hanno infatti subìto rigidi controlli d’ingresso in Irlanda del Nord e questo ha suscitato a lungo andare le ire del governo inglese.
Il nuovo accordo sul protocollo revisionato prevede che alcune merci di Inghilterra, Scozia e Galles possano passare la dogana nordirlandese attraverso un “corridoio preferenziale” che evita i controlli. Beni primari come cibo e medicine non dovrebbero così più subire l’iter burocratico oggi ancora in atto. Lo snellimento è stato richiesto dal Partito Unionista democratico, alleato dei Conservatori britannici. Gli unionisti sostengono che l’Irlanda del Nord debba rimanere nel Regno Unito piuttosto che eventualmente riunirsi con l’Irlanda. Supportano anche un riavvicinamento del Nord alle norme britanniche rispetto a quelle europee in atto in Irlanda.
Dopo l’accordo il premier inglese Sunak riunirà l’esecutivo per un vertice e poi sarà atteso a relazionare sul tema in Parlamento. Non avrà un compito facile perché i conservatori e BoJo potrebbero osteggiare il nuovo protocollo.
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