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Boko Haram semina il terrore in Nigeria: ancora attentati e morti in nome del fondamentalismo

Da anni i fondamentalisti islamici di Boko Haram, legati all’Isis, insanguinano la Nigeria con attacchi terroristici in tutto il Paese. Secondo la Croce rossa almeno 32 persone sarebbero morte e altre 80 sono rimaste ferite in un attentato avvenuto martedì 17 novembre nel nord-est della Nigeria, nella città di Yola. Una violenta esplosione ha distrutto una stazione di autobus vicina a un mercato. Neanche un mese fa i Boko Haram avevano dato l’assalto ad alcune moschee, una delle quali proprio nella città di Yola (dove sono morte 42 persone raccolte in preghiera), a dimostrazione che i musulmani sono le prime vittime della follia fondamentalista, anche se gli occidentali, gli europei e soprattutto gli italiani, mostrano al mondo come esistano in verità ”vittime di serie A e vittime di serie B”.

Boko Haram in Nigeria è attiva da oltre sei anni. I miliziani del gruppo, a quanto se ne sa, stanno tenendo ancora in ostaggio molte donne e bambine, tra cui le 219 studentesse rapite nell’aprile del 2014 alla scuola di Chibok. I suoi attentati terroristici insanguinano con cadenza precisa le strade del Paese africano. Almeno duemila esseri umani sono stati uccisi dai miliziani estremisti nigeriani che hanno collegamenti con l’Isis. Eppure, quanti italiani ed europei, quanti francesi hanno mai pensato alla disperazione e alla feroce violenza vissuta e subita da donne e uomini in Nigeria?

Dopo i tragici fatti di Parigi, anche sui social network ci sono state manifestazioni di ogni tipo: tributi, memoriali, condivisioni di foto e testimonianze dei sopravvissuti alla strage del Bataclan. Qualcuno più ”illuminato” non si è fatto sfuggire che non tutti i musulmani vogliono il Califfato e la Sharia, che anche gli Imam francesi hanno cantato la Marsigliese, ma in genere sono stati in pochi a manifestare solidarietà al mondo islamico.

Nelle polemiche è finito anche il social network Facebook, che con la strage di Parigi aveva attivato il Safety Check, ossia lo ”stiamo bene”, l’opzione che consente agli utenti di comunicare la propria incolumità. Ci si era chiesti a gran voce perché la piattaforma non era stata diffusa per il terribile attentato a Beirut del giorno prima. Dopo aver ricevuto molte critiche su questa presunta discriminazione, il social network ha attivato il Safety Check anche in Nigeria. Le vittime di Boko Haram a Yola erano persone ”normali”, soprattutto venditori e persone che erano al mercato a fare la spesa. Vicino alla stazione dei bus, infatti, c’erano soprattutto bancarelle di frutta e verdura. Persone normali, quindi, proprio come quelle morte mentre erano sedute al tavolino di un ristorante, o in piedi a ballare a un concerto rock. L’occidente continua a piange le sue lacrime per Parigi, ma chissà quanta gente condividerà questo post per solidarietà con la Nigeria?

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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