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Bodybuilder scopre di essere affetto da Sla, la sua reazione è incredibile

Paul Smith, campione di bodybuilding che nel corso della sua carriera è riuscito a sollevare 120 chili, ha scoperto di essere affetto da Sla. Ora a 52 anni, è totalmente dipendente dalla sua partner, alla quale è costretto a rivolgersi per le più semplici delle attività quotidiane, come aprire una scatola o semplicemente allacciarsi le scarpe. Paul ha dedicato la sua vita allo sport ed è stato anche allenatore di arti marziali, ma ora la malattia gli sta sottraendo tutta la forza. Nonostante ciò, ha dichiarato: ‘Sono troppo fortunato per morire di questo!’.

La diagnosi di Sla

Paul Smith ha ricevuto la terribile diagnosi della malattia del motoneurone, dopo una serie di accertamenti effettuati per scoprire l’origine di un dolore al collo che lo tormentava ormai da tre anni. Negli ultimi sei mesi la patologia è avanzata notevolmente e Paul ha sentito il suo fisico deteriorarsi, il braccio e la mano sinistra hanno smesso di funzionare: ‘Mi ha tolto la mia vita’, ha dichiarato il bodybuilder. Che ha poi spiegato: ‘La mia compagna prepara sempre il cibo per me e lo taglia, poiché io non posso più usare forchetta e coltello insieme’.

Paul è convinto che per una patologia grave e invalidante come la Sla la ricerca non stia facendo abbastanza. Ma lui, col suo implacabile spirito da guerriero, non ha intenzione di darsi per vinto e non intende affatto deprimersi, nonostante la sua prognosi sia infausta.

La Sla, altrimenti nota come sclerosi laterale amiotrofica, porta a un lento deterioramento delle cellule nervose del cervello e del midollo spinale, che conduce inesorabilmente alla morte: prima si perde l’uso degli arti, poi della parola, fino alla terribile morte per soffocamento, quando i muscoli della respirazione smettono di funzionare. L’aspettativa di vita è generalmente di tre anni, tuttavia qualcuno riesce a reggere fino a 10. Al momento non esiste alcun tipo di cura.

‘Sono troppo fortunato per morire di questo!’

Paul sta dimostrando di continuare a essere un atleta, ora però ha smesso di lottare in palestra, sta combattendo direttamente sul campo della vita e il suo nemico è il più temibile: la morte. ‘Sono troppo fortunato per morire di questo’, ha dichiarato Paul: ‘I miei amici dicono che potrei cadere dell’Empire State Building e un camion potrebbe passare sotto con un materasso’.

E’ determinato a voler lottare e proprio per questo si sta curando, facendo molta attenzione all’alimentazione e assumendo particolari integratori capaci di ridurre l’infiammazione e potenzialmente modificare il DNA. Inoltre si sforza di mantenere un atteggiamento mentale positivo, grazie all’ausilio della meditazione: ‘Cerco di non leggere troppo cose negative, per non essere travolto dalla paura’ e aggiunge: ‘Pregherei persino per il cancro, perché per quello almeno esistono dei trattamenti, ma è pazzesco che per qualcosa di terribile come la Sla non ci sia cura. Non capisco perché non è stata fatta più ricerca’.

Il calvario di Paul Smith

Tutto è iniziato nel 2011, quando all’improvviso il suo braccio sinistro è diventato inspiegabilmente debole. Un fisioterapista gli ha diagnosticato un semplice problema al collo, qualcun altro ipotizzò che la debolezza dipendesse da un nervo accavallato, ma alla fine è arrivata la diagnosi corretta, due giorni prima di Natale, il 23 dicembre scorso: Sla.

‘Quando mi è stata diagnosticata, mi è stato detto di tornare in ospedale per un controllo a distanza di sei mesi, giusto per vedere se stavo morendo. È abbastanza scioccante che la professione medica possa condannarti a morte, senza offrirti alcuna speranza, né cura’.

Negli ultimi sei mesi la vita di Paul è cambiata notevolmente, la malattia è peggiorata ed è stato costretto ad abbandonare il suo lavoro di camionista. Da poco è stato trasferito in ufficio.

La sfida di Paul Smith

‘La mia convinzione è molto forte e sono sicuro che posso vincere questa battaglia. Non ci sono molte persone che guariscono, ma credo di essere sulla strada giusta’. Paul Smith è un esempio di forza e coraggio per tutti quelli che stanno vivendo un difficile percorso. Sta concentrando tutte le sue energie nel tentativo di bloccare il peggioramento della sua malattia, sta studiando per trovare una cura alla Sla, si nutre in maniera sana e contemporaneamente continua a lavorare

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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