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Sport

Berrettini canta un inno alla libertà (e alla vita privata) dopo aver incassato tante critiche

Il presente e il recente passato di Matteo Berrettini continuano a far parlare l’Italia e il mondo. Il tennista non sta vivendo affatto un periodo facile, di certo non l’unico della sua carriera, ma di sicuro tra i peggiori in assoluto. I problemi sul campo si fondono inevitabilmente, per come funzionano i social, con le vicende che riguardano la vita privata e la discussa relazione con Melissa Satta. Dopo le tante critiche del weekend, in seguito l’eliminazione a Indian Wells, The Hammers continua la sua crisi nera, ma stavolta ha deciso anche di farsi sentire per proteggere il suo rapporto sentimentale, ma soprattutto la sua vita privata.

Matteo Berrettini con gli occhi al cielo durante il match a Indian Wells – Nanopress.it

Nel calcio, nel tennis, probabilmente in linea generale nella vita, le crisi nere capitano, di quelle vere, ostiche, difficili da contrastare e che richiedono una grande dose di forza mentale e reazione fisica, che poi sono due fattori che vanno di pari passo. Nel caso di Berrettini gli esiti disastrosi sul campo dell’ultimo periodo hanno avuto un tempismo ancora più sfortunato. Il Martello, come viene chiamato, ha dovuto fare i conti con diversi infortuni e intanto è stata resa pubblica la sua relazione con la showgirl Melissa Satta. Un cocktail pericoloso e che si sta – probabilmente ingiustamente – ritorcendo contro il tennista. La bufera mediatica, però, non si ferma, nonostante l’intervista delle ultime ore del diretto interessato a “Repubblica” che mira proprio a trovare quella tranquillità persa dentro e fuori il rettangolo dove dominano racchette, palline, sudore e trofei.

Gli infortuni, le sconfitte e gli insulti a Melissa Satta: la crisi nera di Berrettini non ha fine

Nell’immaginario collettivo, per gli esperti di tennis e non, Berrettini è riuscito a ritagliarsi un posto sempre più importante in Italia. Una di quelle posizioni in cui i meriti sportivi non sono affatto l’unica ricompensa che arriva per i propri sacrifici e in devozione al talento, ma c’è tutta un’altra fetta da conquistare. Matteo, a modo suo, l’ha conquistata e attraversando tutte le fasi del prezzo della notorietà: il marketing, le pubblicità, Sanremo, la considerazione pubblica, ma anche il bersagliamento continuo, quello che porta a vivere con un faro luminoso puntato sulla propria testa, nel privato come nelle apparizioni a favore di telecamera.

È come se le persone pretendessero di avere un controllo di qualsiasi sorta sugli atleti che seguono e amano, o almeno potere di giudizio o arbitrio sulle loro scelte. Non è corretto, questo è sicuro, e va oltre i limiti che i social non hanno scritto, lì dove tutti abbiamo voce in capitolo e possiamo pensarla un po’ come ci pare. Giusto o sbagliato, non è qui e in questi termini che vogliamo schierarci, ma ciò che sta vivendo “The Hammer”, come viene chiamato per la forza che riesce a imprimere ai suoi colpi con la racchetta in mano, va oltre la grandine mediatica, in senso stretto, fino a diventare una marcatura angusta nei confronti dei diretti interessati.

Matteo Berrettini, 27enne romano, in campo in tenuta bianca – Nanopress.it

Ma riavvolgiamo il nastro per raccontarvi perché l’ultimo periodo che sta vivendo Berrettini è davvero quello più nero. In Australia, un torneo prestigioso e in cui l’attuale 23 al mondo poteva fare bene, il tennista è uscito subito, al primo turno contro Murray, nonostante abbia avuto anche un match point a favore. La spirale degli infortuni non si è placata, a livello fisico quanto a livello mentale, e ad Acapulco la partita dell’italiano si è conclusa con un ritiro a causa di un dolore al polpaccio che ha permesso a Holger Run di arrivare direttamente alla qualificazione e senza concludere i giochi. Proprio quando tutto sembrava alle spalle, ecco un altro disastro. È a Indian Wells che Berrettini perde malamente contro Taro Daniel, non esattamente tra i profili più brillanti della sua generazione, ma uno che da numero 101 del mondo che il nostro martello tricolore aveva sconfitto negli ultimi tre precedenti. E l’atleta italiano ha perso con un esito piuttosto bizzaro, quel 7-6, 0-6, 6-3 che ha dimostrato tutta l’altalena di risultato in cui è inciampato ancora una volta il nostro Matteo.

L’approccio al match è stato decisamente lento, ma poi nel secondo set si è vista tutta differenza tra i valori tecnici dei due atleti, fino all’ultimo atto che ha avuto le sfumature di un vero e proprio psicodramma. Berrettini è inciampato in una serie di errori drammatici per il suo livello, stendendo un tappeto rosso al suo avversario nipponico verso la vittoria.

Se nelle precedenti occasioni il dito era puntato verso gli infortuni che man mano stavano dilaniando il tennista, ora in molti mettono l’accento sulla condizione mentale ancora troppo barcollante dell’italiano e, quindi, sulla necessità di uno specialista della preparazione psicologica degli sportivi. In realtà, proprio a tal proposito, non si può ignorare il carico che Berrettini ha dovuto sopportare: il ritorno in campo, i fastidi, la condizione che non cresce – non quanto vorrebbe – e l’angustia dei risultati negativi che incombono e non possono essere scansati. Anche chi è arrivato al numero sei del mondo ed è stato l’eroe dell’Italia come finalista a Wimbledon ne resta schiacciato. Un sensazione di disfatta per il nostro Paese che è alimentata dalla sconfitta di Camila Giorgi, eliminata dalla numero tre del mondo Jessica Pegula dopo un primo set che sembrava far pendere le idee di pronostico verso la bandiera tricolore dei nostri atleti e da un altro momento molto negativo, quello di Lorenzo Musetti, sempre nel maschile.

Ora Berrettini dovrà di certo ritrovare le motivazioni di un tempo, soprattutto la sicurezza che l’ha portato tra i migliori al mondo, in finale a Wimbledon e a contrastare alcuni dei più talentuosi talenti degli ultimi decenni. E poi gestire la condizione fisica che ne conseguirà e che rappresenta di sicuro un fattore fondamentale in uno sport individuale e in cui i propri demeriti non possono essere attenuati dalle giocate dei compagni. Ma il primo passo, probabilmente quello che per lui è più significativo, è cercare di proteggere chi si ama o, più banalmente, con chi si sceglie di condividere la sua vita privata. E, sicuramente per il momento, questa persona ha un nome e un cognome ben noto al pubblico italiano: Melissa Satta.

La lenta bufera che si è scatenata contro Satta e Berrettini e la reazione del tennista

Il caso, infatti, non si è affatto placato dopo la sconfitta a Indian Wells, anzi ha trovato il suo punto più difficile, supportato – secondo gli haters – dai risultati poco esaltanti di Berrettini sul campo e in alcuni degli appuntamenti decisivi della sua stagione. Andando con ordine e analizzando in maniera approfondita i fatti, già dopo la proclamazione via social e media della loro relazione, in molti hanno iniziato a storcere il naso. Forse per invidia o semplicemente perché scegliere una compagna di dieci anni più vecchia  appartiene a un mondo diverso, e va oltre dei paletti che la società ci impone e che diversi si aspettano vengano rispettati. Anche perché banalmente i social hanno dotato chiunque di poter dire la propria, che rischia di essere quell’eccesso di libertà che rischia di diventare scomodo e deviare le coscienze, oltre certi numeri.

Melissa Satta in abito da sera – Nanopress.it

Anche ben prima della disfatta contro Taro Daniel, la situazione è diventata talmente ingombrante da non poter essere ritenuta di secondo piano. E soprattutto ha preso una voce tutta sua, quasi popolare. Come potete vedere di seguito, in molti se la sono presa direttamente con Satta, hanno iniziato a bersagliare la showgirl, ad additarla come un problema, anzi il problema di Berrettini. Come se fosse un Grande Fratello a due concorrenti in cui il pubblico ha diritto di televoto e di gestire la vita dei candidati, molto più dei diretti interessati. Soprattutto sbaglia chi pretende di insegnare a un ragazzo di 27 anni come vivere il suo privato e con chi farlo, anche perché non ci sono prove di eccessi e sregolatezze che inciderebbero sulle sue prestazioni.

Ovviamente, nella nostra analisi social, in particolare su Twitter, abbiamo lasciato fuori i commenti più scurrili, ma è ovvio che dietro questa visione ci sia un retaggio che sfocia nel retrogrado e nel maschilista. Una situazione che probabilmente Berrettini sta vivendo ancora peggio rispetto agli insuccessi sul campo e a cui ha deciso di rispondere in un’intervista ai microfoni di “Repubblica”.

Il messaggio che il tennista ha voluto lanciare è ben preciso ed è rivolto soprattutto a chi lo critica: “Mi sono chiesto cosa vogliano da me, e una risposta credo di averla: più diventi esposto – neanche famoso – e diventi bersaglio di attacchi, soprattutto se le cose non vanno come vorresti, o come la gente vorrebbe”. E poi continua: “Personalmente non ho alcun dubbio rispetto a quello che sto facendo: non sento di aver preso una strada diversa dal tennis. Sono lo stesso ragazzo di sempre. Inseguo solo i miei sogni e la mia carriera”.

Matteo Berrettini in campo a Indian Wells – Nanopress.it

The Hammer decide di sferrare un attacco diretto verso gli haters e ci sentiamo di schierarci a suo favore: Si può gettare odio in maniera troppo facile. Eppure allo specchio vedo un ragazzo che vive con tranquillità: sono educato, non ho mai insultato nessuno, mai una parola fuori posto in nessun commento”. E soprattutto si schiera a difesa della sua relazione, con un tempismo che non è affatto casuale: Noi ci siamo trovati… ma stiamo parlando di un fatto privato, molto positivo e di cui sono felice. Io sono riservato e amo la privacy (anche se poi ho fatto entrare Netflix nel mio quotidiano), e sapevo che scegliendo una persona dello spettacolo i riflettori sarebbero stati accesi. Però, è sempre come uno vuole vederla, no? Non è una colpa se siamo seguiti e ci fanno le foto. Sto avendo una relazione sentimentale come tutti gli altri ragazzi della mia età. Normale. E anche qui mi spiace che una cosa totalmente positiva, che è un sentimento poi, venga girata come una distrazione professionale. Posso dire? È irrispettoso parlarne così, mi spiace che venga letta così. Fortunatamente non da tutti”.

E dopo essersi fatto sentire riguardo la sua vita privata, Berrettini difende anche il suo percorso sul campo:Siamo umani: ci sono le emozioni, la stanchezza, gli incidenti. Manca un pochino di equilibrio. Capisco che ci siamo abituati ai Federer-Djokovic-Nadal che hanno dominato il tennis facendo sembrare normale essere n. 1 per 10 anni, invece non lo è”. E ancora: Io parlo col mio team e non vedo preoccupazione, ma un momento in cui bisogna lavorare e stare sul pezzo. Dico, e sfido chiunque, ad avere i miei incidenti e poi portare a casa risultati. So di avere la stoffa giusta per andare avanti”.

La sensazione è che il campione italiano voglia semplicemente recuperare una dimensione che si svincoli da un giudizio con modalità scorrette, incivili e sì, anche irrispettose. La libertà che ognuno nutre e merita, ma ancor di più una dimensione di umanità, quella che spesso non è concessa agli sportivi. Ma Berrettini, il ragazzo di 27 anni, vuole anche sgravarsi dal peso di quanto sta accadendo, dalle pressioni che il mondo mediatico impone: “Sembra che per alcuni la felicità dipenda se vinco o perdo io, e sfogano così la loro frustrazione. A me spiace esserne il mezzo. Per me lo sport dovrebbe essere usato come gioia: ci si può arrabbiare per la sconfitta, ma non insultare“.

Quindi, Berrettini va lasciato in pace. Bisogna accettare gli errori, i crolli, le fatiche, i sacrifici e tutto l’amaro del pacchetto. Vanno accolte soprattutto le scelte che il tennista romano decide di compiere nel suo privato e capire che spesso anche i social, le maledizioni, le maldicenze sono semplicemente frutto di rabbia, frustrazione da cercare altrove o facilità a muovere le dita sulla tastiera. Occorre opporsi a questo sistema e The Hammer, a modo suo e con tutta la sua eleganza, oggi l’ha fatto.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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