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Berlusconi condannato, Fininvest deve cedere gran parte di Mediolanum

Fininvest deve ridimensionare la sua partecipazione in Mediolanum, scendendo almeno al 9,9% rispetto al 35,13% attuale. Lo rende noto la stessa holding della famiglia Berlusconi a seguito della decisione di Bankitalia, d’intesa con l’Ivass: il motivo è la perdita di onorabilità di Silvio Berlusconi, controllante indiretto della società, dopo la condanna definitiva per frode fiscale. Il requisito dell’onorabilità e il non aver avuto condanne penali è richiesto per tutti i soggetti che svolgono servizi di investimento e che, con il voto in assemblea, possono influire sulla gestione sociale. L’Ex Cavaliere dovrà quindi dismettere la partecipazione dalla banca guidata dall’amico e storico socio d’affari Ennio Doris.

Fininvest ha emesso una nota per spiegare quanto dovrà avvenire a breve. “A seguito del procedimento relativo all’iscrizione di Mediolanum nell’albo dei gruppi bancari e a seguito della sopravvenuta perdita dei requisiti di onorabilità in capo al proprio controllante indiretto Silvio Berlusconi, Banca d’Italia, d’intesa con Ivass, con provvedimento del 7 ottobre 2014 pervenuto in data 9 ottobre 2014, ha disposto le misure previste dalle norme applicabili (artt. 24 e 25 tub), ivi inclusa la dismissione della partecipazione in Mediolanum spa eccedente il 9,9% che potrà anche avvenire mediante il conferimento in un trust ai fini della successiva alienazione a terzi entro 30 mesi dalla data della sua istituzione. A seguito di tale misura, viene meno l’efficacia del patto di sindacato tra Fininvest ed Ennio Doris”, si legge nella nota.

Secondo il Testo unico Bancario, Berlusconi non ha più il requisito dell’onorabilità richiesto per legge a chi è abilitato a servizi di investimento, a seguito della condanna per il processo Mediaset. La decisione di Bankitalia comporterà la dismissione di oltre il 20% dei titoli Fininvest in Mediolanum, dal 35,13% attuale al 9,9%. Sulla quota eccedente sono sospesi i diritti di voto e quindi viene meno il patto di sindacato con il socio Ennio Doris, insieme al quale Berlusconi controllava il 65% del gruppo assicurativo.

La cessione porta così Mediolanum a non avere più un azionista di maggioranza assoluto e quindi potrebbe essere acquistata da altre società. Un brutto colpo per il gruppo che in questi ultimi mesi ha visto momenti difficili in Borsa, con quotazioni al ribasso che hanno portato a una perdita del 12% del suo valore in un anno.

Ora sarà il consiglio di amministrazione a prendere e decisioni in merito a quanto stabilito dalla Vigilanza, “anche tenuto conto delle caratteristiche e dell’entità della partecipazione in oggetto e della rilevanza di Mediolanum spa per il mercato, per i suoi clienti e per i suoi azionisti”, come dichiara il gruppo nella nota.

In merito alla decisione è arrivata anche la solidarietà da parte del gruppo e della famiglia Doris a Berlusconi, confermando nel contempo la volontà di Mediolanum di mantenere la presenza sul mercato “forte della garanzia e della continuativa partecipazione della famiglia Doris, che detiene oltre il 40% delle azioni”. Le quote, secondo gli analisti, potrebbero essere acquistate o da membri della famiglia dell’ex Cavaliere o dallo stesso Doris, ma con una quota non superiore al 5%.

Lorena Cacace

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