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Berlino: chi è il ragazzo pakistano fermato per l’attentato al mercatino di Natale

L’attentatore che a Berlino ha travolto con un camion la folla presente al mercatino di Natale di Breitscheidplatz non sarebbe il ragazzo pakistano arrestato subito dopo la strage di lunedì 19 dicembre. Secondo una fonte non ufficiale delle forze dell’ordine tedesche, la polizia avrebbe fermato la persona sbagliata. I media tedeschi rilanciano la possibilità che la persona che era alla guida del tir sia in realtà ancora libero di circolare armato.

Il presunto attentatore era stato rintracciato in una delle principali zone dello shopping della città. Il giovane era stato fermato poco dopo l’attacco grazie ad un cittadino che lo aveva inseguito e segnalato alla polizia. Ma alla luce di queste parziali smentite, è probabile che a guidare il tir che ha ucciso dodici persone ferendone altre 48 non ci fosse il profugo immigrato di origine pachistana fermato dalla polizia, ma un’altra persona, ancora non identificata. Per avere la conferma, le autorità tedesche hanno disposto il test del dna del sospettato con le tracce biologiche trovate nel camion.

L’attentatore che ha seminato panico e morte tra le bancarelle di un mercatino di Natale tra i tanti presenti nella città tedesca, è stato in un primo momento identificato come Naved B, pachistano 23enne entrato in Germania lo scorso febbraio attraverso la rotta balcanica. Secondo l’emittente Rbb, l’uomo è entrato in Germania come rifugiato attraverso il posto di confine di Passau, città bavarese alla frontiera con l’Austria.

L’immigrato aveva richiesto asilo, ma alla polizia tedesca era noto per essere un piccolo criminale, secondo quanto riportato dal Tagesspiegel.

Naved B. era residente nel centro accoglienza allestito nel vecchio aeroporto di Tempelhof, controllato poi dalle forze di sicurezza tedesche. Il sospetto però, secondo quanto riportato dall’emittente Ntv, ha negato con forza ogni coinvolgimento nella vicenda.

L’invito all’unità della MerkelLa cancelliera Angela Merkel è intervenuta al proposito rassicurando i suoi concittadini e invitandoli a rimanere uniti: ” Non vogliamo vivere nella paura anche se queste sono le ore della paura nel nostro Paese. Sappiamo che la persona che ha agito aveva chiesto asilo in Germania”, e anche se il fatto che ci si trovi davanti a un profugo potrebbe essere “particolarmente difficile da tollerare”, assicura che “continueremo a dare sostegno alle persone che vogliono integrarsi nel nostro Paese“.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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