Mentre sul fronte europeo si parla della possibilità di richiedere finanziamenti pubblici per le banche, ai vertici gli stipendi si gonfiano. Nel 2015 gli amministratori delegati delle otto principali banche italiane prendono uno stipendio maggiore del 9,7% rispetto agli anni passato e cresce anche il valore della parte azionaria dei loro compensi aumentata del 68%.
Secondo il Financial Times, i banchieri italiani hanno gonfiato le loro entrate di più rispetto a chi lavora nello stesso settore ma in altre parti del mondo. Non si parla solo dei big, ma anche di istituti falliti dove i manager sono saliti su una scialuppa di salvataggio piuttosto cospicua. Il tutto lasciandosi dietro tantissimi risparmiatori.
Sullo sfondo resta la richiesta della Deutsche Bank di un fondo di 150 miliardi di euro e la preoccupazione per la sofferenza del Monte dei Paschi di Siena. Antonio Vigni, ex direttore generale ha mollato nel 2012 il Monte Paschi di Siena lasciando un bilancio in rosso per quasi 5 miliardi ma portando con sé buonuscita da 4 milioni.
Sempre a proposito di buone uscite d’oro, Federico Ghizzoni saluta Unicredit con un assegno da 10 milioni. La crisi delle banche dunque non sembra toccare i piani alti, mentre sul Financial Times parlano di istituti che si trovano al centro di una ‘tempesta’ ben peggiore rispetto agli altri paesi.
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