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Bambini terroristi per l’Isis: i jihadisti sgozzano già a 10 anni

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Dettagli di orrore quotidiano quelli che arrivano dal rapporto Onu sulla Siria dove i miliziani dell’Isis arruolano bambini di 10 anni come piccoli jihadisti. Nel rapporto si legge come i jihaisti costringano i piccoli ad unirsi ai campi di addestramento aperti nel nord del Paese, facendoli partecipare a ogni azione di addestramento. Non è però l’unico capitolo dell’orrore che i più piccoli e i civili sono costretti a subire nel paese: secondo l’Onu, l’Isis organizza ogni venerdì flagellazioni, esecuzioni e amputazioni in piazza, costringendo tutti i civili, bambini compresi a guardare. I cadaveri vengono poi lasciati per strada alcuni giorni per acuire il senso di terrore nella popolazione.

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I bambini in Siria sono due volte vittime. Vengono reclutati come terroristi, educati all’odio e alla violenza, tanto che sul web si trovano video e foto di genitori orgogliosi che mostrano gli atti violenti dei figli. Una bambina vestita come una jihadista e ripresa dal padre mentre decapita una bambola gridando “Allahu akbar”; padri che posano accanto ai figli, come Khaled Sharrouf, australiano in Siria tra le forze dell’Is, in tenuta da combattimento, con armi in mano, mentre mostra la testa mozzata di un soldato siriano a Raqqa, postando le foto su Twitter. Sono gli ultimi esempi di come i jihadisti stanno reclutando anche i più piccoli nella loro guerra.

In Siria la situazione è aggravata da tre anni di conflitto contro il regime del presidente Bashar al Assad. Il rapporto dell’Onu conferma l’utilizzo di armi chimiche sulla popolazione, stretta dalla morsa a nord-nord est dell’Isis e le violenze del regime. “Vi sono prove ragionevoli per credere che siano stati usati agenti chimici, come il cloro, (nel nord della Siria) nei villaggi di Kafr Zeita, al-Tamana e Tal Minnis in 8 occasioni in un periodo di 10 giorni ad aprile”, scrivono i commissari delle Nazioni Unite. “Vi sono fondati motivi di credere che questo agenti siano stati lanciati in barili bomba da elicotteri del governo”.

L’uso di armi chimiche è vietato, è considerato un crimine di guerra e per questo fin dall’inizio delle ostilità le Nazioni Unite hanno monitorato la situazione nel Paese. Lo scorso anno, alla notizia delle armi chimiche, si arrivò a un passo dall’intervento armato degli Stati Uniti, frenato dalla mediazione di Vladirmi Putin. In quell’occasione Damasco aprì le porte ai commissari Onu (per poi richiuderle poco dopo, tra attentati agli stessi rappresentanti Onu), si arrivò alla promessa di smantellare l’arsenale chimico (passato per il porto di Gioa Tauro). Tutto inutile se poi Assad ha continuato a usare armi chimiche sui civili.

Per questo l’Onu chiede l’embargo delle armi verso la Siria, sia per i governativi che per i ribelli che usano gli armamenti “nella perpetrazione di crimini di guerra, contro l’umanità e violazioni dei diritti umani”, conclude il rapporto.

Lorena Cacace

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