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Come a Roma, anche su Torino la sfida è tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Il sindaco uscente e candidato alle amministrative 2016, Piero Fassino ha ottenuto undici punti in più rispetto alla rivale Chiara Appendino. Il ballottaggio del 19 giugno infiamma gli animi, ma il primo cittadino di Torino si dice tranquillo, forse sicuro di quel 41,83% del primo turno.
Intervistato a La Repubblica, Fassino spiega che dietro al successo del partito di Beppe Grillo, c’è un malcontento generale e non locale e fa leva sulla crisi: “Chi ha una pensione minima di 500-700 euro e un figlio disoccupato non possiamo pensare che vada al seggio senza portarsi dietro questo stato d’animo. Anche se ci sono segnali di ripresa, questi non si fanno ancora sentire”. Fassino conferma la sua idea anche sulla base del successo ottenuto dalla Appendino nelle zone periferiche della città dove, ribadisce “c’è un maggiore malcontento a causa della crisi”.
Convinto che i 5 Stelle abbiano solo tante “aspettative” ma nessun progetto, così il candidato Pd incalza: “Chiederò chiarezza al mio avversario, in palio c’è il governo di Torino per cinque anni. Nel momento in cui si chiede il voto bisogna dire con chiarezza cosa si vuole fare. Per rispetto degli elettori Appendino lo dica”.
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