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Ballarò 2014, Roberto Benigni ospite apre la puntata con Massimo Giannini al debutto

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Ballarò 2014 si apre con Roberto Benigni ospite della prima puntata (in assoluto per questa stagione 2014-2015, sempre su Rai 3, e la prima condotta da Massimo Giannini): non una copertina à la Maurizio Crozza ma un’intervista fluviale sull’Italia di oggi e su quella del futuro, passando per l’Europa, il Pd e Matteo Renzi, le riforme e le ministre donna. Un’intervista – va detto – che solo a tratti ha visto la verve toscana sbucare fuori, ma in cui il comico non ha mancato di dire la sua su svariati argomenti, pungolato da un Giannini apparso però a tratti scolastico e troppo spalla. Ricordiamo che per Benigni l’appuntamento su Rai3 non sarà il solo impegno televisivo dell’anno: in attesa di sapere se la sua copertina sarà un regalo per la prima del nuovo Ballarò, il comico toscano ha infatti già in programma suo show sui Dieci Comandamenti per Rai1 a dicembre, dopo il successo di quello sulla Costituzione.

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Il Pd, Matteo Renzi, le riforme, l’Europa e l’Italia del futuro: dopo un’introduzione ‘tirata’ per massimizzare al massimo l’effetto del super ospite, Massimo Giannini intervista finalmente Roberto Benigni. Un’intervista che ci è parsa col freno a mano tirato, e in cui la parte migliore arriva alla fine: “Mi chiede dell’Italia del 2020?“, dice Benigni rivolgendosi al conduttore di Ballarò? “Lei è ottimista che non mi chiede di quella del 2015. Io vedo un paese felice dove la gente lavora, pulito, rispettoso della natura… e questa è la Svizzera. L’italia la vedo ancora meglio. Se noi italiani seguiamo la nostra natura creativa, imprevedibile, generosa, se la riprendiamo siamo imbattibili. Costruiamo insieme, camminiamo insieme, se abbiamo un obiettivo sappiamo anche seguire le regole. Sto dicendo una cosa banale, semplice, ma con tutto il cuore che ho, e mi sembra di averne sette. Guardiamo al futuro, ci sono persone che non vedono nulla e ricordano solo il passato, ma ognuno di noi può fare la sua parte nel suo piccolo mondo: ricordati del futuro. Potrebbe essere un bello slogan“.

Prima ancora si parla di tutto, ed è Benigni a ricordare che “Questa è la prima puntata di Ballarò, serve clima festoso e allegro. Parlerò bene di tutti, mi faccia una domanda su chi vuole, io ne parlerò bene“. Giannini non si sottrae: “Bisogna dargli fiducia a Renzi, ci dimentichiamo che è riuscito a far vincere le elezioni al Pd, ci possiamo aspettare delle cose incredibili. Ma come ha fatto? Incredibile“. Previa precisazione che “Quando si parla di Matteo Renzi bisogna adeguarsi, camicia bianca, slide, qualcuno ha un gelato?“, Benigni spiega che è vero, “Renzi ha il piano dei mille giorni, fa tante promesse: l’agenda dei mille giorni è lunga, forse lui spera che ce ne scordiamo. Son passati 15 giorni ne mancano 985. Io non me lo dimentico“.

Ma alle riforme che campeggiano sui giornali, Benigni preferisce quella di cui forse si parla di meno, la riforma della scuola: “Il piano scuola è il fondamento del nostro futuro, è la base di ogni salute e ricchezza. Goethe dice l’incendio della fattoria è una tragedia, la caduta dello Stato solo una frase. Se si rifa una scuola o una strada, quella è una riforma”, certifica il comico.

Matteo Renzi è il bersaglio preferito del comico, che ‘stuzzicato’ da Giannini non si sottrae sui famosi ottanta euro (“Un colpo bellissimo, il premier dice sono una riforma strutturale e rimarranno. Sì, in effetti in busta paga rimangono solo quelli. Non c’è più un euro di stipendio, solo gli ottanta euro“), sul patto del Nazareno (“Quando avvenne fece scalpore, l’uomo politico più importante della Destra nella sede del Pd… e poi arriva pure Berlusconi? Persone che non si possono vedere, che litigano… e poi c’è Forza Italia? Come fanno a fare le riforme? E poi il Pd l’unico partito che fa opposizione a Renzi“), sugli scandali italiani (“Quanto successo col Pd Emilia Romagna è una sciocchezza rispetto a Piemonte, Liguria, il Mose di Venezia, l’Expo, tanta malavita al nord. Bisogna mettere un argine, che non scenda al Sud“) e Berlusconi: “Silvio ultimamente ha perso un po’ di consensi, ma gli italiani ci credono ancora e lo votano anche quando non si presenta. Dopo un ventennio calano i consensi, è fisiologico, anche io sono vent’anni che rispondo a domande su Berlusconi, non li faccia diventare 21“.

Ma non mancano accenni semiseri: alla crisi, con “le banche ce sono messe malissimo, ci sono banche che non arrivano alla fine del mese. Ma – aggiunge Benigni tornando serio – se la gente inquieta è buona, vuol dire che la gente è viva e reagisce: si può stare tranquilla”, e sull’Italia che non può più decidere da sola: “Io – afferma Benigni – sono europeista da prima di Carlo Magno, anche se l’euro è una moneta senza Stato: ci sono 28 Paesi, quindi 28 persone in una stanza, ognuna con il suo punto di vista: sembra la sede del Pd. Si parla di rigore, di flessibilità: ma se ognuno cede un po’ di sovranità nazionale, sarà uno scambio di sogni. C’è una sola cosa più grande che vantarsi di amare la propria patria, è amare il mondo. Mi piace l’Europa, non so se si è capito“.

Almeno un merito, però, Renzi ce lo ha avuto, quello di mettere in squadra tante ministre donna: “La meraviglia di avere ministri donna è una cosa straordinaria, sono entrate dentro la nostra testa, è una cosa meravigliosa – dice Benigni – al di là del pettegolezzo, il ministro al mare a seno nudo, avere ministri donna è una cosa meravigliosa, è una vera luce“

Fulvia Leopardi

Fulvia Leopardi è stata collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2018, occupandosi principalmente di temi relativi all'ambito dello spettacolo, della televisione, della cultura.

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