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Attentato Londra 22 marzo 2017, il viceministro degli Esteri tra i primi a soccorrere il poliziotto ucciso

Il volto ancora insanguinato del viceministro degli Esteri, Tobias Ellwood, che soccorre il poliziotto morto nell’attentato di Londra del 22 marzo che ha colpito il Parlamento inglese, diventa la foto simbolo dell’attacco alla capitale inglese. Ellwood, deputato tory presente alla Camera dei Comuni nella giornata del 22 marzo, è tra i primi a dare aiuto a Keith Palmer, l’agente in forza al comando incaricato della protezione del Parlamento e del corpo diplomatico, ucciso dall’attentatore. Palmer, ex militare e da 15 anni in polizia, sposato con figli, non era armato al momento dell’attacco: questo non ha fermato l’assalitore che si è scagliato con violenza contro di lui, brandendo il coltello e colpendolo più volte. Il viceministro, ex soldato nei The Royal Green Jackets, è nei pressi del cancello, vede tutto e vede soprattutto il poliziotto accasciarsi al suolo: non ci pensa due volte e corre in suo aiuto, praticando subito la respirazione bocca a bocca. Ellwood ha perso il fratello in un attentato terroristico e non vuole rivivere quell’incubo: prova con tutto se stesso a salvare la vita al poliziotto, inutilmente.

L’immagine diventa il simbolo della tragedia che ha colpito la capitale inglese. Ellwood, 50 anni, che ha lasciato l’esercito col grado di capitano prima di dedicarsi alla politica, nel momento del panico e della paura non fugge ma si precipita in soccorso del poliziotto senza pensarci un istante: gli pratica la respirazione, cerca di fermare l’emorragia delle ferite, in un disperato tentativo di strapparlo dalla morte. Il suo gesto eroico ha fatto il giro del mondo: il viceministro è un ex militare ma soprattutto ha vissuto sulla sua pelle il dramma delle vittime del terrorismo.

Il fratello Jon, un insegnante, morì in un attentato a Bali nell’ottobre 2002, in cui persero la vita 202 persone tra cui 27 britannici: dalla stampa inglese raccontano di come Ellwood parlasse spesso di quanto accaduto, soprattutto delle difficoltà che ha avuto nelle operazioni di restituzione del corpo. L’immagine del poliziotto colpito a morte davanti al Parlamento inglese lo avrà riportato al suo dolore personale e lui ha provato, con tutto se stesso, a cambiare il destino, a non rivivere quel dramma, senza riuscirci.

Qualche momento dopo, viene intercettato dalla stampa per raccontare quanto visto in quella che definisce “un’immane tragedia”. “Ho tentato di fermare il flusso di sangue, ma penso che ne avesse perso già troppo. Aveva ferite multiple, sotto il braccio e sulla schiena“, ha dichiarato.

Lorena Cacace

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