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Attentato a Nizza, l’intelligence aveva lanciato l’avvertimento: ‘Colpiranno con camion’

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I servizi d’intelligence francese avevano lanciato l’avvertimento e l’ipotesi di un attentato terroristico con camion come quello di Nizza era già stata presa in considerazione. “Sono convinto che passeranno a usare veicoli e autobombe piene di esplosivi e che diventeranno più forti“, aveva detto lo scorso 24 maggio Patrick Calvar, direttore generale dell’intelligence francese DGSI, in un’audizione a porte chiuse all’Assemblea Nazionale per le indagini della commissione parlamentare sulla lotta al terrorismo dopo i fatti del 7 gennaio 2015. Oggi quelle parole risuonano tristemente profetiche alla luce della tremenda strage che ha insanguinato la Promenade des Anglais di Nizza. Il capo dei servizi segreti nazionali francesi lo aveva detto con chiarezza: era “convinto” che l’Isis aveva intenzione di cambiare metodo di attacco e temeva il passaggio alla fase di “autobombe e ordigni esplosivi” lanciati sulla folla, così come era chiaro che dopo le stragi di Parigi avrebbero intensificato gli attacchi con metodi nuovi.

NIZZA, CAMION SULLA FOLLA: È STRAGE

Non solo l’aumento delle possibilità di nuovi attacchi su suolo francese ma un cambio nelle modalità operative che avrebbero reso la lotta al terrorismo ancora più difficile. L’analisti di Calvar è precisa e puntuale. “Arriveranno a organizzare commando la cui missione sarà quella di organizzare campagne terroristiche senza necessariamente comprendere la morte degli attentatori“, aveva dichiarato alla commissione. “Per questo avranno bisogno di bombe e di organizzare tutta la logistica e quindi dovranno stabilirsi sul nostro territorio e acquistare qui i prodotti“.

CHI È L’AUTISTA DEL CAMION DELLA STRAGE

A renderlo chiaro sono stati anche gli attentati di Bruxelles che hanno dimostrato agli stessi terroristi le difficoltà di organizzare un attacco coordinato e complesso ma anche la possibilità di uccidere senza attentatori suicidi. “Quello che è avvenuto in Belgio dimostra che, se bloccati, non riescono a coordinarsi su più fronti, ma che allo stesso tempo, avendo addestrato sul nostro territorio gli artificieri, possono evitare di sacrificare i loro esponenti e comunque ottenere il massimo danno“.

Sul fronte della lotta contro il terrorismo, che oggi coinvolge più di due terzi dei servizi segreti, Calvar ha chiarito che “la più grande minaccia è rappresentata da persone che hanno combattuto e che sono stati addestrati in Siria e in Iraq“, come furono gli attentatori del Bataclan: la stima reale di possibili foreign fighters presenti su suolo francese sarebbe di 400-500 persone.

Il capo dell’intelligence ha parlato anche di un rischio guerra civile. Accanto al terrorismo di matrice islamica, il paese sta vivendo una crescita dell’estremismo di destra. “L’estremismo è in crescita in tutto il mondo e, come servizi interni, stiamo cercando di spostare le risorse per interessarci anche dell’ultra-destra in attesa di uno scontro tra comunità“. La tensione sociale nel paese è altissima. “Ancora uno o due attentati e accadrà. Spetta a noi anticiparlo e bloccare tutti quei gruppi che, in un momento o in un altro, potrebbero innescare scontri tra comunità“.

Lorena Cacace

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