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La polizia di Dacca si difende dalle polemiche di chi ha ritenuto che le forze dell’ordine siano intervenute troppo tardi durante l’attentato nella capitale del Bangladesh in cui hanno perso la vita 9 italiani. Il capo della polizia Akm Shahidul Haque spiega che il blitz non è avvenuto “troppo tardi”.
“Abbiamo completato l’operazione in dodici ore” spiega il capo della polizia e aggiunge: “In Paesi come il Kenya ci sono voluti quattro giorni prima che si affrontasse una situazione simile in uno dei loro centri commerciali”.
Intanto continuano le indagini da parte degli inquirenti per identificare i terroristi e i complici. Uno di loro, Rohan Ibne Imtiaz è stato individuato attraverso le foto degli amici e verifiche incrociate, suo padre è uno dei principali esponenti del partito di maggioranza in Bangladesh.
Tra i fermati durante le operazioni della polizia ci sarebbe anche un professore universitario Hasnat Karim che era nel locale per festeggiare il compleanno di uno dei figli ma è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre fumava in terrazza con alcuni degli attentatori. Alcune fonti riferiscono che l’uomo aveva lasciato la North South University (NSU) di Dacca cinque anni fa. L’università è la stessa in cui hanno studiato gli autori della strage.
Dopo una delle maggiori stragi di italiani all’estero, la Farnesina ha diramato l’allerta in quanto “non si possono escludere ulteriori atti ostili” data “la presenza nel Paese di formazioni di ispirazione jihadista”.
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