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Assegno di mantenimento al coniuge che lavora: come funziona?

Assegno di mantenimento al coniuge che lavora: come funziona? Per comprendere questo complesso strumento di sostegno studiato per la parte meno abbiente di una coppia, è importante partire da zero, ovvero da cos’è l’assegno di mantenimento del coniuge, quando spetta e come viene calcolato.

ASSEGNO DI MANTENIMENTO DEL CONIUGE: COS’E’

L’assegno di mantenimento, al coniuge viene corrisposto in caso di separazione o divorzio: il partner economicamente più debole e gli eventuali figli avranno diritto a un assegno di sostegno, affinché possano continuare a vivere con il medesimo tenore di vita, esistente in costanza di matrimonio. Per ottenere l’assegno di mantenimento, il coniuge in possesso dei requisiti necessari, ovvero che non sia in possesso di adeguati redditi personali, deve fare una richiesta esplicita

Esiste, come accennato poc’anzi, anche l’assegno di mantenimento dei figli: entrambi i genitori infatti, hanno l’obbligo di provvedere al mantenimento dei propri figli, sino al raggiungimento della maggiore età e poi fino alla conquista dell’indipendenza economica, sempre in rapporto alle normali condizioni di mercato.

ASSEGNO DI MANTENIMENTO DEL CONIUGE: COSA SUCCEDE QUANDO E’ GIOVANE

L’assegno di mantenimento al coniuge come cambia se questi ha le capacità fisiche e mentali per lavorare? Una sentenza recentissima della Corte di Cassazione, la n. 789 del 13 gennaio 2017, chiarisce proprio questo aspetto del meccanismo che regola l’assegno di mantenimento al coniuge.

L’assegno di mantenimento alla moglie lavoratrice, in linea generale viene corrisposto quando non sia in possesso di adeguati redditi propri, tuttavia in considerazione della recente sentenza della Cassazione, dovrà sottendere ai seguenti due parametri:

L’oggettiva capacità economica del coniuge costretto a pagare l’assegno;

Le effettive capacità lavorative dell’ex a cui è stato assegnato il mantenimento.

Si tratta di un modus operandi che la Cassazione sta sempre maggiormente applicando negli ultimi anni e quest’ultima sentenza ne ribadisce l’importanza: il calcolo dell’assegno di mantenimento al coniuge, ma ancora prima la scelta se assegnarlo o meno, dovrà tenere necessariamente in considerazione ‘ogni reddito e ogni capacità dei coniugi suscettibile di valutazione economica, inclusa l’attitudine al lavoro proficuo’.

Per determinare l’assegnazione o meno dell’assegno di mantenimento della moglie, la capacità lavorativa del partner richiedente farà sempre più la differenza. Può anche accadere che se il partner ‘debole’ trovi un impiego saltuario, gli venga negato l’assegno di mantenimento o sensibilmente ridotto.

L’obiettivo della Corte di Cassazione è quello di affermare con forza sempre maggiore che una donna giovane, in grado di lavorare e, quindi, di raggiungere tramite la propria attività lavorativa quel reddito necessario a mantenere lo stesso tenore di vita di cui godeva durante il matrimonio, non ha diritto ad alcun mantenimento. Anche se in costanza di matrimonio faceva soltanto la casalinga.

La scelta di non lavorare continua a essere legittima, tuttavia non può non incidere sensibilmente sul calcolo dell’assegno di mantenimento al coniuge che ne faccia richiesta.

Rimane inalterato anche il fatto che l’assegno di mantenimento alla moglie o al marito che sia, potrà sempre essere soggetto a revisioni, modifiche o sospensioni.

ASSEGNO DI MANTENIMENTO DEL CONIUGE: COSA SUCCEDE QUANDO E’ MALATO

Ma cosa succede all’assegno di mantenimento se il coniuge richiedente è malato? Abbiamo poc’anzi spiegato che l’assegno è soggetto costantemente a possibilità di modifiche e revisioni, pertanto se uno dei due coniugi dovesse ammalarsi e ciò dovesse compromettere le sue capacità lavorative, potrà fare richiesta dell’assegno di mantenimento, qualora non l’abbia ottenuto prima, o di un aumento dello stesso. L’inabilità del soggetto dovrà essere dimostrata con documentazioni medica scientificamente sconfessabile.

In presenza di tale eventualità non prevedibile al momento dell’introduzione del giudizio di separazione o divorzio, sarà quindi possibile fare ricorso al giudice affinché aumenti l’importo che lo stesso aveva precedentemente fissato.

Per poter ottenere un aumento dell’assegno di mantenimento, come dichiarato dalla Corte di Cassazione, andranno esibiti i certificati medici attestanti le variate condizioni di salute e la conseguente impossibilità a lavorare come prima. Non è pertanto necessario mostrare ai giudici le buste paga ridotte, se ancora non è avvenuta la limitazione del monte ore giornaliero.

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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