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Categories: Tecnologia

Apple vs Spotify: versione free presto abolita?

Spotify versione gratis ha le ore contate e dietro questa mossa a sorpresa potrebbe esserci addirittura Facebook. Di cosa stiamo parlando? Di un’ipotesi, rafforzata da importanti prove, di The Verge che potrebbe diventare presto realtà con il servizio di musica in streaming più famoso che leverebbe la sua parte Free per aumentare i ricavi e venire allo stesso modo incontro alle richieste delle etichette musicali più famose. Dietro questo “colpo di stato” tech ci sarebbe Cupertino che in un sol colpo porrebbe la sua pesante mano sulle spalle delle major e dall’altro canto rinforzerebbe i propri servizi.

Spotify è utilizzata da 60 milioni di persone, ma solo un quarto e dunque 15 milioni hanno speso 9.99 euro/dollari al mese per la versione premium che è ovviamente quella che garantisce più ricavi alla società. Che differenza c’è tra la versione gratis e quella a pagamento? Entrambe consentono di poter ascoltare musica senza limiti, ma la versione premium apre anche all’ascolto su diversi device e al tempo stesso anche offline salvando le canzoni per poi riascoltarli offline. In più non ci sono pubblicità dunque tutto è molto più comfortevole.

SPOTIFY SU PLAYSTATION

Ma la musica – è proprio il caso di dirlo – potrebbe cambiare dato che le case discografiche potrebbero non rinnovare l’accordo con Spotify e dunque non acconsentirebbero più a offrire le canzoni in questa modalità aprendosi solo al servizio Premium. Ed è questa l’ipotesi avanzata da The Verge, che pone proprio Apple dietro questa trama a ordire una sorta di rivoluzione così da compiacere le major discografiche da un lato e dall’altro a portare sempre più utenti sui propri servizi proprietari.

TIDAL, JAY-Z SFIDA SPOTIFY

Secondo le voci di corridoio, Apple starebbe corteggiando le grandi società detentrici dei diritti come Universal Music Group andando a lavorare i fianchi perché non sarà semplice portare a termine questa battaglia dato che le etichette hanno coperto le perdite legate alla pirateria con le pubblicità da questi servizi, anche se i guadagni non sono così eccezionali. Il tempo ci darà le risposte

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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