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Apple e obsolescenza programmata: la Francia accusa Cupertino

Apple dovrà rispondere all’accusa di obsolescenza programmata e di truffa secondo quanto trapelato dalla Procura di Parigi in Francia. Il colosso californiano è al centro di un’inchiesta aperta lo scorso 5 gennaio che segue la denuncia del 27 dicembre 2017 operata dall’associazione Stop all’obsolescenza programmata. In buona sostanza il punto sarebbe che Cupertino progetta i propri dispositivi in modo tale che dopo poco tempo diventino più lenti e non così ben funzionanti, spingendo dunque gli utenti all’acquisto di modelli più aggiornati.

Di più: gli aggiornamenti software andrebbero a dare il colpo di grazia al graduale declino delle prestazioni. Ora è tutto nelle mani degli esperti della Direzione generale per la concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi (Dgccrf).

È la prima volta che in Francia una procura accerterà se una grande azienda (anzi, la più grande al mondo come valore) abbia messo in atto tecniche per ridurre deliberatamente la vita di un prodotto così da accelerare le vendite dei nuovi dispositivi. Qualcosa che era già noto ai tempi degli elettrodomestici diversi decenni fa e che non è mai – purtroppo – passato di moda. La procura di Parigi (nella realtà, quella di Nanterre situata nella banlieue nord-ovest della capitale nonché capoluogo del dipartimento Hauts-de-Seine, nella regione dell’Île-de-France) si sta occupando della spinosa questione.

Che cos’è l’obsolescenza programmata

La cosiddetta obsolescenza programmata è un reato punibile in modo molto severo dopo che la Francia ha promulgato quella che viene conosciuta come la “legge Hamon” (prende il nome dall’ex ministro socialista che l’ha proposta) del luglio 2016, che va a stabilire che qualunque azienda che vada ad accorciare in modo deliberato la vita dei propri prodotti avrà i requisiti necessari per essere multata fino al 5% delle proprie vendite annuali – dunque parliamo di miliardi di euro – ma non solo perché i dirigenti responsabili rischiano fino a due anni di carcere.

I possibili sviluppi e i rischi per Apple

Cosa rischia Apple, seriamente? Così come nei numerosissimi casi che si sono già visti e che riguardavano le infrazioni di brevetti con Cupertino nella posizione di accusatrice e accusata, è verosimile pensare che anche in questo caso si andrà fino in fondo e ci sarà una decisione che sarà, in ogni caso, discussa.

Sul pericolo per Apple di pagare il 5% delle vendite annuali si dovrebbe andare più cauti, perché come nei precedenti di accuse di evasione fiscale nella Comunità Europea non solo di Cupertino, ma di tutte le grandi aziende che vendono online, alla fine la multa è assai più bassa delle stime iniziali.

I rischi per le altre grandi società

Ma questa iniziativa francese potrebbe scoperchiare un vero e proprio vaso colmo fino a esplodere e del quale tutti conoscevano l’esistenza ossia quello dell’obsolescenza programmata come parte integrante e imprescindibile della progettazione di un prodotto. Insomma, qualcosa che riguarda non solo Apple ma tutte le grandi società (e non solo del tech) in modo tale da fornire un dispositivo che vada ad autosabotarsi perdendo gradualmente colpi più passa il tempo così da arrivare solitamente a essere molto più lento e meno performante quando la garanzia è appena scaduta (2 anni). Inoltre, con gli aggiornamenti software tutto è reso più veloce: Apple ha spiegato che i rallentamenti imposti erano per tutelare il corretto funzionamento, ma è una dichiarazione non così condivisibile.

Un caso, quello francese, da seguire con molta attenzione.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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