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Categories: Tecnologia

App Microsoft per iOS che fa riconoscere i colori ai daltonici

Come permettere a una persona daltonica di riconoscere i colori che altrimenti ignorerebbe? Microsoft ha messo a punto una speciale applicazione che è scaricabile gratuitamente su dispositivi con iOS ossia iPhone e iPad. Il software in questione si chiama Color Binoculars e trasforma smartphone o tablet in una sorta di finestra che “traduce” le sfumature nella misura percepibile a chi soffre di questa patologia. Come funziona questa tecnologia? Color Binoculars cambia l’apparenza dei colori così da renderli più semplicemente percepibili dai daltonici senza dover ricorrere a speciali lenti o occhiali che seguono questo pattern in modo “empirico”. Ad esempio il rosso sarà molto più luminoso, il verde invece sarà più scuro così da rendere più netta la differenza tra i due. Non è ancora chiaro quando sarà – sempre che sarà – reso disponibile anche per dispositivi con sistema operativo Android.

Un’altra interessante innovazione in via di studio a Microsoft Research ossia nel laboratorio di ricerca e sviluppo della società americana. Il nome di questa tecnologia è Video Breakdown e l’obiettivo che si pone è quello di consentire la ricerca all’interno di un filmato. Come funziona? Mette in uso tutti i servizi e gli algoritmi proprietari per poter analizzare correttamente la traccia audio, le immagini degli oggetti, i volti delle persone, le scritte e le azioni in corso per poterli identificare e utilizzare. Con i motori di ricerca, si completano le operazioni di searching. C’è anche la possibilità di creare un video con tutti i risultati.

Microsoft Magic Mirror è un altro esempio lampante su come la tecnologia applicata alla domotica potrebbe garantire una serie di funzionalità davvero utili e sfiziose, nei prossimi anni. A cosa serve? Trasforma lo specchio del bagno in un vero e proprio pannello di informazioni in tempo reale e, volendo, in realtà aumentata andando non solo a visualizzare data e ora, ma anche una serie di dati come le previsioni meteo, notifiche dai social network, email e quant’altro. D’altra parte chi non fa un riepilogo mattutino in bagno? Gli orizzonti sono molto ampi e i componenti sono già tutti presenti: basta utilizzare un Raspberry Pi 3 come cervello, proiettori a basso consumo e applicazioni, volendo, fatte in casa.

Ma non è l’unica tecnologia futuristica che il gigante di Redmond sta preparando per il futuro prossimo. Prendete ad esempio due che appaiono spesso nei film e libri di fantascienza come gli ologrammi e il teletrasporto, miscelateli insieme con un tocco di realtà virtuale e un pizzico di Microsoft e otterrete l’ultimo, straordinario, esperimento della società di stanza a Redmond. Soprannominato Holoportation, come appunto commistione tra hologram e teletrasportation, questa idea si basa sui visori AR di casa ossia HoloLens e sulla capacità di catturare immagini 3D grazie al tracking di oggetti o persone in movimento. Il risultato è la possibilità di una telepresenza simultanea di due persone in una stessa stanza a parlarsi occhi negli occhi anche se si trovano fisicamente ai due poli della Terra.

Le due persone si incontrano, si “stringono” la mano e si siedono faccia a faccia in una stanza. Possono guardarsi negli occhi, possono anche indicare – volendo – qualcosa sullo schermo di un TV o di un grande monitor. Peccato che né uno né l’altro possano davvero toccarsi e che non siano nella stessa stanza. Il progetto di Microsoft chiamato “holoportation” consente infatti di poter interagire con una rappresentazione tridimensionale iper-realistica di un’altra persona anche in luoghi separati. Gli ingredienti sono semplici (nella loro complessità) ossia i visori di realtà virtuale HoloLens e una tecnologia 3D simile al Kinect, ma molto più potente.

La videocamera tridimensionale osserva e cattura la persona che deve essere “teletrasportata” e ne riproduce un alias con le stesse dimensioni apparenti, la stessa mimica facciale e i medesimi vestiti e movimenti. Per vederlo sarà necessario indossare i visori HoloLens proprietari che sono un po’ la porta d’ingresso di questo mondo a metà tra l’entusiasmante e l’inquietante. Una sorta di inverso dell’holodeck di Star Trek, insomma. Ovviamente non è un ologramma nel vero senso della parola dato che la persona catturata non appare se non attraverso la vista con gli occhiali tecnologici, ma è già un ottimo inizio.

Arriverà probabilmente il giorno in cui non serviranno nemmeno più questi tramiti. Quali applicazioni potrebbe avere questa tecnologia così sorprendente? Dai meeting e riunioni intercontinentali come se si fosse tutti nella stessa stanza ai videogiochi ancora più realistici fino alle “chat” in realtà virtuale. E poi c’è il terreno delle luci rosse, come suggerito da tantissimi utenti: sembra uno scherzo, ma alla fine non lo è, può davvero diventare la nuova frontiera della fruizione dei contenuti per adulti!

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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