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Amnistia e Indulto 2017: ultime notizie sulla condizione dei detenuti nelle carceri italiane

Amnistia e indulto 2017: come vivono i detenuti nelle carceri italiane? Facciamo il punto della situazione con le ultime notizie riguardanti alcuni dei problemi più grandi delle carceri italiane, ossia il sovraffollamento e la carenza di personale penitenziario rispetto al numero dei detenuti. Questi sono alcuni dei motivi per cui ciclicamente viene chiesta di attivare l’amnistia o l’indulto ai detenuti carcerati in istituti di custodia e reclusione.

AMNISTIA E INDULTO SEMPRE PIU’ NECESSARI?
Al 30 giugno 2016 i processi pendenti erano 3.800.000 nella giustizia civile e 3.230.000 in quella penale, per un totale di 7.030.000 processi che affollano le scrivanie dei magistrati, ai quali vanno aggiunti circa un milione di procedimenti nei confronti di ignoti. I dati sono stati resi noti dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito poco prima della Marcia di Pasqua per l’Amnistia che si è tenuta dal carcere romano di regina Coeli a Piazza San Pietro (lo scorso aprile) per “ribadire la necessità di un’amnistia perché le nostre istituzioni fuoriescano dalla condizione criminale in cui si trovano rispetto alla nostra Costituzione, alla giurisdizione europea, ai diritti umani universalmente riconosciuti e alla coscienza civile del Paese”.

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IL SOVRAFFOLLAMENTO NELLE CARCERI ITALIANE
Anche per quanto riguarda le carceri la situazione è critica: al 31 gennaio 2017, dai dati forniti dal ministero della Giustizia, nei 191 istituti di pena della Penisola risultavano presenti oltre 55.381 detenuti, rispetto a una capienza ottimale di 50.174. Sono numeri che testimoniano il perdurare di uno stato di sovraffollamento delle strutture che noi riteniamo essere persino più grave, poiché i dati delle ‘capienze regolamentari’ non tengono conto delle numerose celle chiuse, inagibili o in fase di ristrutturazione che si trovano pressoché in ogni struttura.

LA CONDIZIONE DEI DETENUTI IN ITALIA
I problemi che affliggono la maggior parte della popolazione detenuta sono noti: celle fatiscenti e insalubrità delle strutture, malfunzionamento dell’assistenza sanitaria, carenza cronica di attività che consentano una riabilitazione (lavoro, studio, sport), difficoltà per i detenuti fino all’impossibilità di mantenere rapporti affettivi con i propri familiari, mancate risposte alle istanze presentate ai magistrati di sorveglianza (che sono pochi e mal distribuiti – solo 204 in tutta Italia e ne mancano 14 – rispetto ai compiti che ogni singolo magistrato deve svolgere), difficoltà di accesso alle pene alternative, mentre per i detenuti stranieri continua a rimanere un miraggio poter incontrare e ricevere l’assistenza di un mediatore culturale.

PRESCRIZIONE: L’AMNISTIA SOMMERSA
Da un altro lato in seguito alla prescrizione abbiamo assistito nell’arco degli ultimi dieci anni a una sorta di Amnistia sommersa, con oltre 1,5 milioni di processi caduti nel nulla (quasi tutti riferiti a persone potenti o che possono contare su una migliore difesa rispetto a gente meno abbiente).

AMNISTIA E INDULTO: SI FARA’ O NO?
In rete c’è un continuo interessamento a proposito dell’amnistia e indulto: si farà o no? Mentre continuano a circolare notizie su un possibile annuncio di questo tipo, non si fermano gli appelli di coloro che chiedono un atto di clemenza verso i detenuti, che aiuti a cercare di risolvere i problemi che ormai da anni affliggono le carceri italiane.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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