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Alfano cerca giornalista per il Viminale, ma il lavoro è gratis

Un annuncio di lavoro per giornalisti al ministero dell’Interno? Cari professionisti di tutta Italia, prima di precipitarvi a inviare il curriculum, non fatevi sfuggire un piccolo, insignificante, particolare. Il lavoro non è retribuito: è gratis. Il ministro Angelino Alfano cerca giornalisti o comunicatori che si occupino di immigrazione per il Viminale ma non li vuole pagare. Al massimo concede loro i soldi del biglietto del treno, se si rendesse necessario un viaggio. Immancabili le polemiche, con il sindacato dei giornalisti italiani che ha chiesto di ritirare l’annuncio.

Il bando è stato pubblicato il 9 marzo sul sito ufficiale del ministero dell’Interno. Recita così: “Procedura comparativa per il conferimento a titolo gratuito di incarico di prestazione di lavoro autonomo occasionale per lo svolgimento delle attività di Comunicazione per le esigenze del Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione”. Con quel “a titolo gratuito” stronca sul nascere i sogni di gloria di chi cerca lavoro nel ramo della comunicazione. E in Italia i giornalisti disoccupati o precari sono una marea, anche dopo essersi laureati. Ma in questo annuncio vi è più di una beffa.

Innanzitutto è inaccettabile che a proporre un incarico gratis sia proprio un ministero, quel posto dove lavorano quei tipi in giacca e cravatta che promettono lavoro e crescita per i giovani, indignandosi nei salotti televisivi per la disoccupazione. Nell’articolo 5 del bando si specifica che “l’incarico dovrà essere svolto a titolo assolutamente gratuito. Previa autorizzazione del Capo Dipartimento che dovrà tener conto delle vigenti disposizioni in materia di contenimento delle spese di missione”, ovvero rimborso spese ove previsto.

Viene poi specificato che “il professionista si impegna ad eseguire la prestazione personalmente, senza alcun vincolo di subordinazione né obbligo di orario, in piena autonomia tecnica ed organizzativa”, e che “le prestazioni non determineranno rapporto di subordinazione gerarchica in quanto il prestatore non esegue ordini puntuali e specifici”. I giovani italiani sanno bene che spesso il contratto di collaborazione occasionale serve proprio a mascherare una vera e propria subordinazione. Se non sarà il caso del Viminale tanto meglio, ma ciò non toglie che il lavoro non retribuito non dovrebbe esistere.

Soprattutto se la figura ricercata non è lo stagista alle prime armi, che voglia fare la prima esperienza per arricchire il curriculum (quante volte avete letto questa tiritera in fase di ricerca di lavoro?). No, la figura ricercata è un giornalista professionista (esclusi quindi i pubblicisti), con almeno tre anni di esperienza nel settore della comunicazione istituzionale, e con ottima conoscenza della lingua inglese.

È scritto nel bando che il ministero ha bisogno di “un supporto tecnico di alto contenuto specialistico nelle attività e nei processi finalizzati alla comunicazione e all’informazione pubblica istituzionale relative alle attività che si svolgono nei centri di prima accoglienza, in stretto raccordo con l’Ufficio Stampa del Sig. Ministro”. Il professionista deve occuparsi, tra le altre cose, di “supervisione e consulenza nelle materie della comunicazione ed informazione pubblica istituzionale”, “cura delle pubbliche relazioni con la stampa nazionale ed internazionale, garantendo una informazione idonea alla divulgazione mediatica, anche mediante la redazione di comunicati stampa”, “cura della comunicazione e delle relative attività relazionali con Istituzioni, professionisti e rappresentanti di enti pubblici e privati”; “individuazione ed adozione delle forme innovative di comunicazione che aumentino l’efficacia e la trasparenza nei confronti dell’utenza, sia attraverso le pagine web, sia attraverso la realizzazione di prodotti video-documentali”, “promozione della valorizzazione delle attività relazionali, sociali e culturali”. Insomma, lavoretti che meritano al massimo una pacca sulla spalla… Se qualcuno vuole mandare lo stesso il curriculum, lo faccia “entro e non oltre le ore 12 del 18 marzo 2016”.

FNSI: ‘Ministro ritiri il bando’
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (il sindacato dei giornalisti) ha chiesto in una nota la rimozione dell’annuncio: “È inaccettabile, oltre che offensivo, che il ministero dell’Interno proceda ad una selezione pubblica per reclutare un giornalista professionista specificando che l’incarico è a titolo gratuito. Quel bando va immediatamente ritirato. È inconcepibile pretendere una complessa attività professionale ad alto contenuto specialistico, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito. Senza contare l’assurdità di definire “occasionale” un incarico della durata di un anno e l’inammissibile esclusione dalla selezione degli iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti, in chiara violazione della legge n. 150/2000. L’attività giornalistica, al pari di tutte le altre attività professionali, non può mai essere a titolo gratuito”.

Quando Alfano disse che…
Chissà cosa ne pensa Angelino Alfano, il ministro degli Interni. Scorrendo i quotidiani, si trovano delle vecchie dichiarazioni su lavoro e disoccupazione. Giugno 2013 (durante il governo Letta): “Noi dobbiamo dare lavoro ai giovani. È questo uno degli obiettivi con cui è nato il governo”. Agosto 2014 (governo Renzi): “Avere metà dei giovani disoccupati è un attentato al futuro dell’Italia”.

Francesco Minardi

Francesco Minardi è stata collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e politica interna ed estera,

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