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Alexandria Ocasio-Cortez, la ragazza del Bronx che stravolge la politica americana

In un momento in cui la sinistra, e soprattutto quella progressista, registra in quasi tutto il mondo occidentale una disaffezione da parte del proprio elettorato di base, oltreoceano, nell’era Trump, durante le primarie dei democratici, succede qualcosa d’inaspettato. Alexandria Maria Ocasio-Cortez, batte uno dei favoriti nel distretto di New York, Joe Crowley. Improvvisamente tutti i media americani non fanno altro che parlare di quella che, fino a poco tempo prima, era quasi una perfetta sconosciuta, che adesso s’impone in una delle roccaforti politiche più importanti. Ma chi è questa 28enne che viene dal Bronx e ha sorpreso tutti?

Alla domanda di una giornalista sulle motivazioni della sua vittoria, risponde così un’intervista della CNN poche ore dopo il risultato: “Quando hai un messaggio chiaro le persone rispondono. Parliamo in modo diretto a tutte quelle persone che pensiamo sempre come escluse dal voto: i giovani, tutti quelli che parlano l’inglese come seconda lingua, le persone che lavorano e non hanno mai tempo per andare a votare”. La critica, nemmeno troppo velata, all’operato dei suoi predecessori arriva con queste parole: “A livello nazionale e in altre zone, questo lavoro è stato fatto dal mio partito ma qui, nel distretto di New York, credo che non sia stato fatto”. Insomma, non le manda a dire. Tutti puntavano su Joe Crowly, uno dei maggiori esponenti del partito alla Camera dei rappresentanti, con una lunga carriera politica alle spalle e al quale si pensava anche come possibile capogruppo dei democratici alla Camera. Lo stesso che è stato definito il re del Queens, visto che è stato politico in quelle zone per molto tempo, e che ora invece registra la sconfitta con il 42,5% contro il 57,5% dell’attivista Alexandria, che ha fatto la cameriera in un bar anche se ha in tasca una laurea in economia a Boston.

Chi è Alexandria Ocasio-Cortez

Madre portoricana e padre originario del Bronx, da subito si è imposta nella corsa politica come una vera e propria outsider, lontana da quei centri di potere che forse hanno stancato e scoraggiato l’elettorato. Da qui, il suo slogan “They’ve got money, we have people” (Loro hanno i soldi, noi abbiamo la gente). Nel suo discorso in campagna elettorale parla di problemi reali fin da subito: di affitti sempre più cari, di famiglie di lavoratori in crescente difficoltà nell’arrivare a fine mese e di coperture sanitarie che non sono accessibili a tutti.

Tra le sue battaglie, nel programma, spicca infatti la ‘Sanità per tutti’, e sicuramente non può non tornare alla mente la grande battaglia di Barack Obama. Una ragazza come tante, che vive la città come la stragrande maggioranza di newyorchesi. È stato questo il segreto del suo successo? Potrebbe essere un’indicazione per tutte quelle sinistre europee che sono in difficoltà, italiana in primis? Il Pd, che non ha mai nascosto d’ispirarsi, anche nel nome, a quello progressista americano, sta ancora cercando un modo per risollevarsi dall’ultima disfatta alle amministrative di giugno, dove ha perso un tassello molto importante, la Toscana, andata al centrodestra. I newyorchesi hanno risposto: forse esiste un modo per uscire dalla palude politica e forse ha il volto di Alexandria. La sua reazione stupita è già diventata una GIF su Internet e gira su tutti i social network, e non solo tra i suoi sostenitori.

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A “esultare” per la vittoria di Alexandria c’è anche chi non ti aspetteresti mai. Donald Trump, attraverso il suo canale Twitter, ha voluto enfatizzare la sconfitta del suo acerrimo nemico, Joe Crowley. Il presidente non perde occasione per sottolineare che “non va da nessuna parte”, come ha più volte precisato in moltissimi discorsi pubblici. In questo caso, la stoccata arriva alla fine del post, dove ironizza: “Forse avrebbe dovuto essere più gentile e rispettoso nei confronti del suo Presidente”. Chissà come proseguirà la carriera di questo colpo di scena politico; intanto possiamo registrare un fatto: Alexandria Ocasio-Cortez fa parte di molte di quelle minoranze che hanno visto sempre più allontanarsi il sogno americano. È una donna, giovane, di origini portoricane e proviene da una famiglia modesta. Ma ha sbaragliato la concorrenza, ha battuto l’establishment del suo stesso partito, anche se in una sola circoscrizione. A novembre dovrà combattere per il posto al Congresso con il repubblicano Anthony Pappas, ma in un luogo che è sempre stato ad altissima percentuale democratica, è facile immaginare il suo volto come il più giovane mai eletto per quella carica.

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Simona Buscaglia

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