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Alex Zanardi vota sì: il sindaco di Suvereto lo prende in giro su Twitter

Partiamo subito dalla frase incriminata pronunciata, o meglio dire scritta sui social, dal sindaco di Suvereto (Livorno), Giuliano Parodi, nei confronti del campione paralimpico Alex Zanardi: “Alex Zanardi vota SI… peccato lo facevo più in ‘gamba’…” con tanto di faccina che ride di gusto. Già, “gusto” è proprio qualcosa di alieno a questa esternazione che persino tra gli amici dovrebbe non soltanto non essere spiritosa, ma condannata, figuriamoci se pubblicata online a disposizione di tutti da una personalità di riferimento di un paese. Naturalmente, il “Sì” è riferito alla preferenza del pilota e atleta pluri-medagliato in merito al referendum del prossimo week-end. Una vicenda becera e triste, che purtroppo mette sotto i riflettori ancora una volta l’uso senza cognizione di causa che si fa delle community online.

C’è chi dice: “A cosa servono Facebook e Twitter?“. Semplice: servono a capire davvero chi sia una persona, che magari si conosce soltanto di sfuggita o della quale si ha un’immagine che si teme non corrisponda al vero o, peggio ancora, per essere spiacevolmente (ma anche giustamente) sorpresi. E così saltano fuori le vere sembianze di uomini e donne che altrimenti non si avrebbe mai la possibilità di decifrare. Ad ogni modo, non è una novità che politici o personaggi pubblici non contino nemmeno fino a due prima di pubblicare frasi vergognose, foto compromettenti o addirittura video imbarazzanti. Poi vengono cancellati, ma Internet ha memoria di tutto.

È stato anche così in questo caso, con Giuliano Parodi che ora deve rinfacciare tutto il fiume di melma (cambiate due lettere, il colore rimane quello) di persone arrabbiate che si stanno scagliando con violenza e veemenza – si parla anche di minacce di morte, ma questo è il contraltare con l’esagerazione delle reazioni – per controbattere a questa frase ingiuriosa. Eletto con una lista civica, il sindaco ha poi provato disperatamente a recuperare un’immagine che ormai è e sarà a lungo rovinata, visto che con la reputazione online non si scherza, ma lo si comprende quando è inesorabilmente troppo tardi. La sua risposta ufficiale: “Era una battuta ironica. La satira serve per muovere le coscienze e attraverso un pugno nello stomaco far riflettere sulle questioni, personalmente trovo più pornografico e amorale un governo che taglia i fondi per l’assistenza ai disabili, o rimuove 50 milioni stanziati per la cura dei linfomi per i bambini di Taranto…ovvero al potenziamento dei servizi sanitari loro dedicati. Ma non ha toccato i 60 milioni destinati a un evento sul golf. Poi si sa ognuno ha il metro di giudizio delle cose….”.

Una semplice frase per annunciare le dimissioni sarebbe stata più consona e avrebbe fatto cambiare immediatamente opinione su Parodi visto che avrebbe dimostrato la maturità e l’onestà di prendersi le proprie responsabilità, ma è impensabile qualcosa del genere in Italia. E così, giù di parole come unghie che strisciano su vetri inscalfibili e che cercano disperatamente di distogliere l’attenzione su quella che è stata un’uscita infelice. In buona fede possiamo considerare fosse una battuta brutta (oltre che vecchia, ma non ha mai fatto ridere) su chi o è privo di una gamba o se l’è appena rotta (in 32 anni l’avrò sentita almeno una decina di volte espressa). Il web non perdona purtroppo (o per fortuna?), ma piano piano si dimenticherà di questa frase e si dimenticherà anche di Parodi stesso. Almeno fino alla prossima figuraccia online del futuro politico/VIP.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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