Un ex magistrato, 73enne in pensione, aveva il vizio di adescare a pagamento, minorenni, prevalentemente di origine romena e nordafricana, nelle stazioni ferroviarie. E’ stato incastrato da un’intercettazione.
Il magistrato, protagonista delle deprecabile vicenda, di cui non faremo il nome poiché, avendo lavorato in veste di giudice civile e penale in una piccola città lombarda, si correrebbe il rischio di rendere possibile l’identificazione di alcune delle vittime, era rispettato da tutti e conosciuto per il suo comportamento impeccabile.
Tuttavia il profilo che va delineandosi ora è di tutt’altra natura: il magistrato, infatti, lo scorso 20 ottobre, è stato arrestato con la grave accusa di adescamento di minori a pagamento e possesso di video pedopornografici.
L’inchiesta nell’ambito della prostituzione minorile e della pedopornografia è partita da Roma, nel momento in cui, nel cellulare di un ragazzino in stazione è stato identificato il numero dell’ex magistrato, protagonista della vicenda.
Sono così iniziati i pedinamenti e le intercettazioni: è proprio grazie a una telefonata che è stato possibile cogliere in flagranza di reato l’ex magistrato.
E’ stato scoperto in una stanza di hotel, nei pressi di una stazione, in compagnia di un 16 di origini romene, nell’attimo esatto in cui stava per approcciarsi a lui sessualmente.
Con loro nella stanza, era presente lo zio 20enne del ragazzo. Si è definito il ‘fornitore’ di ragazzini per l’ex toga e ha dichiarato di ricevere 50 euro ‘a fornitura’. Pura falsità, ha dichiarato l’avvocato del magistrato, Cristina Bava, davanti alla gip Cristina Di Censo e al Tribunale del Riesame, che hanno comunque confermato l’arresto.
L’accusato, dal canto suo, ha confessato soltanto di avere una certa predilezione per i volti fanciulleschi, ma afferma con certezza di aver sempre cercato soltanto giovani maggiorenni, tanto che ogni volta chiedeva di poter visionare i documenti dei ragazzi.
Non si spiegano tuttavia, nell’ambito di tale dichiarazione, i 6 minorenni per i quali è stato posto in stato di arresto: l’ex toga avrebbe risposto che gli sono stati mostrati documenti falsi.
Rimane aperta la questione del denaro: l’ex magistrato ha affermato di aver elargito alcune somme, semplicemente per motivi affettivi, o perché, nel caso dello zio 20enne, potesse raggiungere i familiari in Romania.
Infine emerge l’agghiacciante questione dei video pedopornografici: secondo l’arrestato si trattava solo di richieste di foto ‘ricordo’ del ventenne romeno, mentre l’accusa parla di video porno di nuovi minorenni.
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