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Accise benzina: quali sono? Ecco perché il pieno costa così tanto

Facendo il pieno di benzina in questo mese di agosto, potreste essere sorpresi di dove vanno a finire i vostri soldi spesi. Un esempio? Le accise servono, tra l’altro, a finanziare la guerra d’Etiopia, tanto per dirne una. Ma questa è solo una piccola parte: in effetti in Italia le accise sui carburanti non hanno nessuna pietà nei confronti degli automobilisti e questo dal 1935. Decennio dopo decennio, le accise sono aumentate sempre di più per andare incontro ad emergenze quali calamità naturali, guerre,… Queste iniziative possono sembrare benefiche in casi estremi come quelli sopra elencati, ma il fatto è che, una volta terminata l’emergenza, l’accisa rimane aggiungendosi quindi alle altre e facendo gonfiare il prezzo del carburante.

Di conseguenza, possiamo dire che l’automobilista che fa il pieno contribuisce a pagare pensioni, ospedali, scuole e strade, senza dimenticare poi gli stipendi dei parlamentari. E qui quadrano i conti: perché i politici italiani dovrebbero lottare per eliminare le accise? E’ proprio grazie a queste accise che parte delle entrate vengono sostenute. Ecco qui di seguito un elenco delle accise:

• 0,000981 euro: finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
• 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez del 1956;
• 0,00516 euro: ricostruzione post disastro del Vajont del 1963;
• 0,00516 euro: ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966;
• 0,00516 euro: ricostruzione post terremoto del Belice del 1968;
• 0,0511 euro: ricostruzione post terremoto del Friuli del 1976;
• 0,0387 euro: ricostruzione post terremoto dell’Irpinia del 1980;
• 0,106 euro: finanziamento della guerra del Libano del 1983;
• 0,0114 euro: finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
• 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
• 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici nel 2005;
• 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila del 2009;
• da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (ma molti parlarono di “cinema di quarta categoria…”) nel 2011;
• 0,04 euro: arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
• 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana nel novembre 2011;
• 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
• 0,02 euro: terremoti dell’Emilia del 2012;

In poche parole, sono 0.5 euro (IVA inclusa) di accise, sì perché anche l’IVA del 22% si paga. Inoltre dal 1999, le regioni possono imporre un’ulteriore accisa sulla benzina. Da ora in poi, vedrete diversamente il modo di fare il pieno.

Umberto Sanna

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