Di nuovo si parla di abolizione del bollo auto. Neanche un mese fa erano circolate voci attribuite a fonti governative. Questa volta almeno qualcuno ha la decenza di dirlo ufficialmente senza nascondersi. Il neonato gruppo parlamentare Fare!, i cui membri originariamente appartenevano alla Lega Nord e il cui leader politico è il sindaco di Verona Flavio Tosi, ha presentato un apposito progetto di legge alla Camera; il primo firmatario è il deputato Roberto Caon.
La proposta è in teoria semplice: abolire il bollo e compensare il mancato gettito tramite un’accisa regionale sui carburanti, calcolata in 15 centesimi al litro. Il deputato Caon ha dichiarato: “Oggi il bollo auto è una tassa di proprietà, forse la più odiata, che deve essere pagata indipendentemente dall’utilizzo del mezzo. E questa è un’ingiustizia nei confronti di chi l’auto la usa poco, pensiamo agli anziani“.
Caon si sofferma sugli effetti di un tale provvedimento: “Il meccanismo che proponiamo eliminerebbe sia le odiose frodi fiscali sul mancato pagamento del bollo, sia quella giungla normativa fatta, ad esempio, di esenzioni per le auto storiche e ultratrentennali, e inoltre metterebbe il bastone tra le ruote ai furbetti delle reimmatricolazioni con targa straniera, pratica che ha ormai assunto proporzioni vastissime (3,5 milioni di intestatari) e che annualmente sottrae allo Stato circa 500 milioni di euro: spesso i proprietari di questi veicoli, oltre a non pagare il bollo guidano veicoli non assicurati, e in molti casi non pagano nemmeno le contravvenzioni“.
Flavio Tosi ha aggiunto durante la conferenza stampa: “Il principio di fondo è di far risparmiare il sistema Italia, cancellando l’evasione e facendo pagare a chi più inquina. E’ una proposta che pensiamo il Governo possa far propria, perché è una proposta di buon senso, intuitiva, semplice“.
Tutto molto bello. Ma continuiamo a non crederci. Si parla di abolire il bollo da più di trent’anni e forse anche prima, quando era una semplice tassa di circolazione. E’ semplicemente poco credibile che le regioni rinuncino ad uno strumento che fa incassare un tale fiume di denaro e che l’apparato burocratico si arrenda a farsi strappare di mano questo infernale meccanismo di potere che ha sui cittadini. Anche i sogni dopo un po’ svaniscono.
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