L’Europa ha bocciato la Manovra economica italiana, quasi tutta incentrata a dare sostegno a chi non lavora tramite il reddito di cittadinanza, o ad aiutare chi dal lavoro vuole uscire tramite le pensioni Quota 100. In pratica l’Europa ha ritenuto inaffidabili le nostre stime di crescita, la nostra capacità di contenere il deficit e non ritiene plausibile che l’Italia possa trovare le risorse per le pensioni Quota 100 e il reddito di cittadinanza.
Rivediamo le tappe fondamentali del braccio di ferro che ha portato l’Europa ad annunciare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.
- 15 ottobre – dopo giorni di tensioni, il Consiglio dei ministri approva la Manovra da 37 miliari.
- 16 ottobre – la Manovra viene caricata sul sito della Commissione europea.
- 18 ottobre – la Commissione europea invia una lettera al governo italiano per contestare le misure previste dalla Manovra e per invitare l’Italia a modificare il testo. Il governo Conte sceglie di ignorare le raccomandazioni.
- 22 ottobre – invece di inviare un testo modificato della Manovra, il ministro dell’Economia Giovanni Tria invia una lettera di risposta alla Commissione europea. Tria lascia inalterata la stima di deficit al 2,4% ma rassicura sul fatto che in caso l’economia italiana dovesse andare male, il governo si premurerà di prendere adeguate misure correttive.
- 23 ottobre – la Commissione Ue respinge il Documento programmatico di bilancio italiano e ne chiede uno nuovo entro tre settimane.
- 21 novembre – la Commissione europea rigetta definitivamente il documento programmatico di Bilancio del governo italiano e ritiene giustificata l’apertura di una procedura di infrazione per eccesso di deficit.22 gennaio 2019 – viene fissata una riunione per discutere le sanzioni all’Italia.
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Parole di Redazione Pourfemme