Se di scontro di civiltà non si può parlare (non tutti i musulmani sono jihadisti, non tutti gli occidentali sono estremisti cristiani), è pur vero che vignette, film o libri contro l’Islam o Maometto negli anni hanno scatenato la violenza degli estremisti islamici, arrivando fino alla morte dei loro autori. La libertà di parola, concetto fondante ogni democrazia, finisce nel mirino degli jihadisti specie quando colpisce la religione o simboli centrali per l’Islam come la figura del Profeta. A tutto questo si deve aggiunge che molti musulmani considerano blasfemo anche solo rappresentare Maometto (cosa che nella tradizione islamica invece esiste). Da un lato ci sono fondamentalisti che reputano ogni cosa offensiva e giustificano la violenza fino a invocare la morte degli artisti; dall’altro arrivano attacchi e accuse anche gravi nei confronti di una religione professata da oltre due miliardi e mezzo di persone. In mezzo c’è la difesa della libertà di parola e opinione, strattonata e vilipesa da entrambi, ma che rimane il solo modo per combattere l’odio e la violenza.
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Parole di Lorena Cacace