
Spesso per raggiungere il budget di un film serve scendere a compromessi e il product placement è una delle vie più brevi per riempire le casse. Di cosa si tratta? Traduciamo letteralmente con “piazzamento di prodotti” a favore di camera in modo tale che siano ben distinguibili e, con essi, anche il marchio della società produttrice. Da questa pratica – legale, per carità – non sono esenti gli smartphone che la fanno da padrona soprattutto nei film d’azione. Il risultato? Scene tiratissime e forzate per lasciar “ammirare” allo spettatore i telefoni, ad esempio in Matrix (1999) c’è il non così entusiasmante Samsung SPH-N270, che era stato appositamente disegnato per la pellicola. Scopriamo gli altri cinque.