
Scegliere, di Philip Roth, i suoi libri più belli non è cosa semplice dato che durante la sua lunga carriera (inaugurata nel 1958 con la raccolta Addio, Columbus e cinque racconti) lo scrittore scomparso il 22 maggio del 2018 ha dato alle stampe moltissimi titoli, tra romanzi (Pastorale americana in primis, con cui vinse il Premio Pulitzer 1998) racconti, saggi e qualche scritto di memorie. Considerato tra i maggiori romanzieri ebrei, voce tra le più critiche e venerate d’America, Philip Roth è stato uno degli scrittori più prolifici ed influenti del XXI secolo, benché all’inizio i suoi romanzi (circa una ventina) fossero spesso accusati di oscenità. Eppure, proprio attraverso i suoi temi ricorrenti (morale, religione, sesso), lo scrittore più volte favorito per l’assegnazione del Premio Nobel, esplorava la società americana, criticandone gli ideali con pungente ironia. Per omaggiare uno dei giganti della letteratura contemporanea, dunque, ecco alcuni dei libri più belli di Philip Roth, da Pastorale americana a Lamento di Portnoy, fino al più recente Nemesi dopo il quale, nel 2012, annunciò il suo addio al mondo della letteratura.